
Si torna a scuola, zaino o trolley? Quanto deve pesare e il rischio scoliosi: ecco falsi miti e consigli
Zaino o trolley? Manca davvero poco all’inizio della scuola e molte famiglie si trovano di fronte ad un dubbio spesso in apparenza irrisolvibile. Se per bambini e ragazzi è una scelta che riguarda l’estetica, per mamme e papà il dilemma è legato anche alla salute: uno zaino pesante non farà venire la scoliosi a mia figlia o a mio figlio? A rispondere ci hanno pensato un ortopedico e tre cinesiologi, esperti del movimento umano in relazione allo sviluppo fisico, alla prevenzione e allo sport, scrivendo un articolo sull’ultimo numero della rivista della Società Italiana di Pediatria (Il Pensiero Scientifico Editore). Il verdetto è tanto semplice quanto chiaro: «Più importante è la postura assunta in classe che non il peso dello zaino nel tragitto casa-scuola-casa». A suffragare l’affermazione citazioni scientifiche autorevoli e riflessioni osservazionali.
Il falso mito del peso che deforma
L’equazione zaino pesante uguale scoliosi è scientificamente infondata. Gli autori dello studio, Simone Cigni (Ortopedico, ASST Santi Paolo e Carlo, Milano), Carmelo Giuffrida (Cinesiologo, Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche, Università degli Studi di Catania), Michele Perniola (Cinesiologo, Ministero della Pubblica istruzione, Bologna), Rodolfo Lisi (Cinesiologo, Ministero della Pubblica istruzione, Cassino – Frosinone) pongono una domanda diretta e logica: «Se tutti i bambini portano gli zainetti, perché solo alcuni sviluppano scoliosi evolutive?» La risposta risiede nella natura stessa della deformità vertebrale, che non può essere causata da un carico temporaneo e simmetrico come quello dello zaino. Per dimostrare scientificamente una correlazione, infatti, bisognerebbe provare che l’incidenza della scoliosi in una popolazione scolastica sia significativamente maggiore rispetto a una popolazione analoga per età e sesso non esposta al “sovraccarico” dello zaino. Studi di questo tipo non esistono, e per una ragione precisa: il collegamento causa-effetto non sussiste. Il paradosso è evidente a chiunque osservi l’uscita da una scuola: «Ragazzi con zaini – più o meno pesanti – corrono o saltano, si strattonano e si spingono», come evidenziano i ricercatori. In questi momenti, le colonne vertebrali subiscono carichi meccanici che si moltiplicano enormemente per effetto delle accelerazioni e decelerazioni, con possibili traumi muscolotendinei ben più significativi del semplice trasporto dello zaino. Il vero nemico della salute vertebrale si nasconde tra i banchi di scuola. Ore e ore trascorse in posture spesso scorrette, su sedie inadeguate, con posizioni coatte che i giovani corpi sono costretti a mantenere per la maggior parte della giornata. È qui che si gioca la partita per la salute della schiena, non nel tragitto di qualche minuto da casa a scuola. «Sono gli anni a cavallo dello sviluppo i più delicati, dai 10-11 ai 15-16, soprattutto per le ragazze – spiega Rodolfo Lisi –. In questa fase una asimmetria delle spalle o del torace andrebbe fatta verificare dal pediatra e poi da uno specialista».
Le linee guida ufficiali: equilibrio e buon senso
Anche le istituzioni hanno affrontato in passato la questione con approccio scientifico. La nota congiunta del MIUR e del Ministero del lavoro, della Salute e Politiche Sociali (Nota Miur, prot. n. 5922 del 30/11/2009) dal titolo “Chiarimenti in merito al peso degli zainetti scolastici”, richiama le raccomandazioni del Consiglio Superiore della Sanità. Il documento segnala che il peso degli zaini non deve superare un range tra il 10 e il 15 per cento del peso corporeo. Una soglia che trova conferma anche nella letteratura scientifica: «Uno zaino di peso non superiore al 10% del peso corporeo è sopportabile da soggetti in fase di accrescimento», precisano gli esperti, poiché non comporta reazioni dinamiche e muscolari compensatorie particolarmente gravose.
Zaino o trolley: una scelta (anche) psicologica
Ma allora, come orientarsi nella scelta tra zaino e trolley? La risposta degli esperti tiene conto anche degli aspetti psicologici dello sviluppo. «Nella primissima adolescenza, la scelta ricadrà esclusivamente sul giovane», spiegano i ricercatori. Se il gruppo dei pari adotta il trolley, nessun problema: in una fase così delicata della vita, il “conformismo” rappresenta una tappa quasi obbligata di crescita e accettazione sociale. Diverso il discorso per i bambini più piccoli, dove l’appartenenza al gruppo non è ancora così vincolante e la decisione può essere presa dai genitori, valutando le specifiche esigenze del figlio. Importante anche non sottrarre a priori l’uso dello zaino ai bambini più “gracili”: significherebbe privarli di quegli stimoli necessari alla strutturazione di un corpo sano e resistente.
L’importanza dell’attività fisica
Un capitolo fondamentale è dedicato al ruolo dell’esercizio fisico. Praticare costantemente attività fisica significa attivare strategie motorie e meccanismi sensoriali capaci di reclutare un maggior numero di fibre muscolari della colonna vertebrale. Un corpo allenato sopporta meglio anche il peso supplementare dello zaino. «Ricorrere ad una adeguata preparazione fisica dei muscoli paravertebrali e della parete addominale significa costruire un busto muscolare di sostegno», sottolineano gli autori. È un messaggio importante per le famiglie: l’attività fisica regolare rappresenta la migliore prevenzione per la salute della schiena, molto più efficace delle preoccupazioni eccessive sul peso dello zaino. «Sottolineata l’importanza di fare sport e contrastare la sedentarietà, ulteriori valutazioni attengono ai singoli sport e alla singola struttura fisica. Attenzione – spiega ancora il cinesiologo Lisi – a praticare in modo agonistico il tennis o altri sport “asimmetrici” per i ragazzi con problematiche alla schiena. Qualche cautela anche su danza o ginnastica artistica. E anche il nuoto, benefico per tanti motivi, svolgendosi in assenza di gravità non può avere effetti correttivi».
Fonte: Il Sole 24 Ore