
Sicurezza delle imprese, crescono gli investimenti
Negli ultimi 5 anni, 6 imprese su 10 hanno subito almeno un furto di materiali o sabotaggi, altre hanno dovuto fare i conti con gli attacchi informatici. Per questo motivo il 75% delle aziende considera la sicurezza una priorità strategica. I dati emergono dal report Physical Security Statistics, stilato da Scoop Market, che ha analizzato avvenimenti e dati relativi alle imprese negli ultimi cinque anni. Con il risultato (i dati sono stati illustrati nel corso del Richmond Italia Security director forum di Rimini) che il «60% delle aziende ha subito almeno una violazione fisica negli ultimi cinque anni».
La protezione da furti e sabotaggio
« A fronte di minacce sempre più sofisticate che spaziano dal furto di materiali al sabotaggio, fino alle vulnerabilità introdotte dalla digitalizzazione degli impianti – sottolinea il report -, le imprese sono chiamate a ripensare radicalmente i propri modelli di protezione. Per questa ragione la sicurezza fisica, per anni considerata un tema secondario rispetto a quella digitale, torna oggi al centro delle strategie aziendali». Attenzione che non si limita più alla «difesa perimetrale» del compendio produttivo ma guarda anche iniziative «necessarie per garantire la continuità operativa, la reputazione e la resilienza complessiva dell’organizzazione».
Budget per sicurezza aumentati
In questo scenario le parola d’ordine sono “integrazione e complementarietà”, ossia l’ambito dove i sistemi di videosorveglianza, il controllo degli accessi, i sensori ambientali e le barriere fisiche «non sono più elementi a sé stanti, ma parte di un ecosistema integrato che deve dialogare con la componente digitale».Il tutto, con l’obiettivo di creare «ambienti reattivi e intelligenti». Non è certo un caso, rimarca lo studio, che «solo nell’ultimo anno il 40% delle organizzazioni ha aumentato il budget dedicato a tecnologie di protezione. Mentre il 75% delle aziende considera oggi la sicurezza fisica una priorità strategica».
Accessi e videosorveglianza
Quindi le strategie messe in campo. Al primo punto, ed è la scelta prioritaria, c’è il controllo degli accessi rappresenta la scelta prioritaria: «Il 50% delle aziende – argomenta lo studio – investe in questa tecnologia per regolare e monitorare l’ingresso alle aree protette, una barriera essenziale per garantire protezione e governance degli spazi sensibili». Al secondo posto con il 30% del mercato c’è la videosorveglianza «imprescindibile per il monitoraggio costante e la registrazione delle attività, sia in ambito pubblico sia in privato». E poi la sicurezza perimetrale, su cui punta il 20% delle imprese e considerata indispensabile per difendere confini e strutture da accessi non autorizzati e potenziali minacce.
Tutti i sistemi allineati
E poi l’allineamento di tutti i sistemi. Per Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia
Fonte: Il Sole 24 Ore