
Sicurezza informatica: Fortinet vuole spingere i ricavi da abbonamenti
Sicurezza informatica. Un settore il quale, anche a causa delle terribili guerre che insanguinano il mondo e uccidono migliaia di civili inermi, diventa sempre più di attualità. Non solo – purtroppo – in ambito militare ma, soprattutto, sul fronte dell’attività d’impresa. In tal senso non stupisce che il comparto sia previsto raggiungere un valore compreso tra 215 e 272,62 miliardi di dollari nel 2025, a seconda del rapporto e del segmento considerato. Alcuni analisti, peraltro, stimano cifre ancora più elevate. Nel complesso, il mercato è destinato a registrare una crescita significativa nei prossimi anni, con il tasso d’incremento annuo tra l’11,3% e il 12,9%. In un simile contesto le società della cybersecurity i cui titoli vengono scambiati in Borsa sono – non da oggi – nei pensieri degli investitori.
Oggetto sociale
Tra gli altri c’è anche quello di Fortinet. Il gruppo californiano, quotato al Nasdaq, è attivo su diversi fronti. In primis, c’è il secure networking. Cioè: la combinazione di funzioni di rete con barriere informatiche a tutela dell’infrastruttura It. Un’altro importante fronte, poi, è il Secure access service edge (Sase). Qui le soluzioni di cyber sicurezza nascono nel cloud computing. Si tratta di un sistema pensato per proteggere persone e dispositivi che lavorano da qualsiasi luogo, anche fuori dalla rete aziendale. In altre parole: funzionano direttamente nella nuvola informatica, senza bisogno di installare apparecchi fisici (hardware) in ufficio. Infine non devono dimenticarsi le Security Operations. Appannaggio di esse sono i servizi e prodotti che servono, tra le altre cose, al monitoraggio, rilevamento delle minacce e risposta agli incidenti. Ebbene: fino a poco tempo fa il gruppo pubblicava l’andamento dei ricavi, dividendoli proprio in funzione delle attività descritte. La prassi, tuttavia, è stata abbandonata. Ora il gruppo comunica il giro d’affari totale, quello per tipologia di attività (ricavi da prodotto e da servizi) e, in particolare, il cosiddetto Annual Recurring Revenue (Arr). Soprattutto, per Sase e Security Operations. Il motivo? La volontà, similmente ad altre aziende tech/cybersecurity, di evidenziare l’andamento dei ricavi ricorrenti (Arr) e dei servizi cloud. Non solo. La decisione riflette anche il cambiamento reale nel modello di business. Fortinet punta più sugli abbonamenti (Arr) e meno sulla vendita spot di hardware. Il cambio, quindi, è sia strategico che di marketing.
Il conto economico
Già, il marketing. Ma quale l’andamento del conto economico? Secondo il terminale Bloomberg, i ricavi rettificati sono saliti nel corso dell’ultimo decennio. La prima riga contabile valeva 1 miliardo di dollari nel 2015. Poi, ha oltrepassato i 2 miliardi nel 2019 per arrivare a 5,3 miliardi nel 2023. Lo scorso esercizio, infine, il fatturato è stato di 5,9 miliardi di dollari. In espansione la stessa redditività netta rettificata. Un decennio fa i profitti valevano 19,9 milioni. Nel 2023 l’utile adjusted è arrivato a 1,14 miliardi e nel 2024 si è assestato a quota 1,7 miliardi. In crescendo, infine, anche la marginalità. L’Ebitda margin adjustet è passato dal 6,3% del 2025 al 33,3% dello scorso esercizio. Insomma: il track record è in rialzo. Un incremento confermato nell’ultimo trimestre? La risposta è positiva ma anche articolata. Il gruppo ha pubblicato ricavi e profitti in aumento. Specificatamente, il giro d’affari è stato di 1,54 miliardi di dollari, in salita del 13,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’utile per azione (Eps) rettificato, da canto suo, è risultato di 58 centesimi, in crescita rispetto ai 39 di un anno prima.
La reazione
Ad una prima lettura, quindi, la dinamica appare positiva. Nonostante simili dati però, il titolo al Nasdaq è crollato dell’8,4% in scia a conti del quarter. Ecco, di conseguenza, la necessità di cogliere meglio gli elementi contabili. Dapprima, gli analisti hanno storto il naso rispetto al fatturato. Quest’ultimo è risultato inferiore alle aspettative di mercato. Vero! La redditività ha battuto il consensus che attendeva un Eps adjusted di 0,53 dollari. E, tuttavia, la dinamica del fatturato ha pesato maggiormente. Anche perché i due key driver degli abbonamenti e dei ricavi ricorrenti hanno entrambi decelerato. L’Arr del Sase è salito del 26% mentre nel trimestre precedente l’incremento era stato del 28%. Medesimo il film pubblicato in quel delle Security Operations: qui la velocità è aumentata del 30% a fronte del rialzo del 32% nel quarto quarter del 2024. Non solo. Gli operatori – intimoriti dall’incertezza legata allo scontro sui dazi globali voluto da Trump – non hanno apprezzato la conferma delle guidance sul 2025. In particolare quella riferita al ricavi che sono previsti tra 6,65 e 6,85 miliardi di dollari. Le attese erano per una forchetta che -nel valore mediano – si posizionasse un poco più in alto.
Valutazioni e multipli
A fronte di un simile comportamento del mercato può obiettarsi: gli investitori sono incontentabili. Fortinet è comunque riuscita a portare a casa solidi risultati. La considerazione, in generale, è ragionevole. E, tuttavia, il risparmiatore deve sempre fare i conti con la quotazione del titolo in Borsa. In particolare, vanno osservati da vicino i multipli. Secondo Seeking Alpha, il rapporto tra prezzo ed utile non GAAP forward (cioè sul 2025) è di 40,8 volte. Il dato è superiore a quello, ad esempio, dell’indice di settore (Nasdaq Cybersecurity index) che, sempre per l’anno in corso, vale 27,2 volte. Certo: ogni azienda è storia a sé. Così: Palantir technologies, ad esempio, ha un P/e che viaggia oltre quota 60. Ciò considerato, però, è chiaro che il rapporto tra prezzo e utile di Fortinet non è a sconto. La narrazione, peraltro, non pare cambiare nel momento in cui si guarda al PEG non GAAP forward. In altre parole: l’indicatore che, confrontando il prezzo dell’azione con gli utili normalizzati (non GAAP) attesi nei prossimi 3-5 anni, dice quanto si paga oggi per ogni punto di crescita futura dei profitti. Allora: il multiplo, sempre secondo Seeking Alpha, si posiziona al livello di 3,02 volte mentre la mediana del settore di confronto vale 1,76. Cioè: il prezzo di Fortinet non può dirsi economico. Di qui la reazione negativa del mercato ad ogni minimo tentennamento sui conti. Sennonché, a detta di Seeking Alpha, il momentum del titolo è positivo. Quest’ultimo, in finanza, è la tendenza di un asset a mantenere una certa direzione nel prezzo per un determinato periodo di tempo. Così l’indicazione della piattaforma finanziaria online è che: «Il momentum di Fortinet è forte, con una performance del prezzo a un anno del 67%, nettamente superiore al -3% del settore». Ciò detto, deve essere sempre chiaro un aspetto. Qui non è data alcuna indicazione operativa! Il risparmiatore fai-da-te, da un lato, ha l’obbligo di mantenere molta prudenza; e dall’altro – ricordando che nell’investimento azionario la prima domanda da porsi è quanto si è disposti a perdere – deve sempre fare i conti con la propria propensione al rischio. Fin qui alcune considerazioni riguardo al conto economico e i multipli. Quali, però, i focus dal punto di vista industriale? Una priorità è l’estensione dell’Intelligenza artificiale (Ia) alle soluzioni di cybersecurity. Così l’Ia è, ad esempio, parte del Fortinet Security Fabric. Cioè: la piattaforma integrata che collega prodotti e servizi in un unico sistema coordinato. Di più. Oltre il 70% dei ricavi da servizi dipende già da funzionalità abilitate dall’Artificial intelligence (Ai), le quali migliorano il rilevamento delle minacce, l’automazione delle risposte e la riduzione dei falsi positivi. Al di là di ciò, va comunque sottolineato che la concorrenza nell’Ai applicata alla cybersecurity è serrata. In particolare, da parte di aziende native Ai o hyperscaler quali Microsoft e Google. Una minaccia cui Fortinet – è l’indicazione di alcuni esperti – ribatte spingendo su maggiore sofisticazione tecnologica (oltre 500 i brevetti legati all’Ai) e sviluppo interno di molte soluzioni. Il tutto a differenza di tanti competitor, i quali spesso integrano modelli esterni.
Fonte: Il Sole 24 Ore