
Sicurezza pubblica, livello di allerta ai massimi: i timori di cyber attacchi, 30mila siti sorvegliati
In Italia il livello di allerta per la sicurezza pubblica è già massimo dall’inizio della crisi in Medioriente. E dagli attacchi in Iran dello scorso giugno, gli obiettivi ritenuti sensibili e sottoposti a vigilanza sono saliti a oltre 29mila, tra cui sedi diplomatiche, centri culturali e oltre 10mila infrastrutture critiche. Era stata già rafforzata anche l’allerta intorno alle basi Usa in Italia, da Sigonella ad Aviano. Ma la violazione dello spazio aereo polacco da parte dei droni russi ha indotto il Comitato dell’ordine e della sicurezza pubblica, presieduto ieri dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a un ulteriore «aggiornamento sulle priorità» per la salvaguardia della sicurezza pubblica.
Il punto fatto al Viminale, presenti il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo del Dis Vittorio Rizzi e i vertici dell’intelligence, ha mostrato i potenziali effetti dello scenario delle nuove tensioni internazionali sulla sicurezza interna.
Cybersicurezza priorità, il rischio di aumento degli attacchi
In cima alle preoccupazioni, come confermano diverse fonti, c’è il rischio di un’intensificazione degli attacchi cyber e della guerra ibrida, in particolare di matrice russa. Nella relazione al Parlamento sull’attività 2024, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale diretta da Bruno Frattasi aveva confermato l’aumento esponenziale delle minacce digitali con 1.979 eventi cyber gestiti (+40% rispetto al 2023), con una media mensile di 165. Gli incidenti in senso stretto, con un impatto reale, sono stati 573, 48 in media al mese, saliti dell’89% rispetto al 2023. Esplicita era stata la relazione del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, secondo cui la Russia, leader delle campagne ibride, «sta ampliando la portata e il ritmo delle proprie operazioni asimmetriche contro gli Stati occidentali», con un «aumento delle azioni di sabotaggio e degli atti di violenza». Obiettivo: delegittimare i Governi schierati a fianco dell’Ucraina.
I timori per le azioni di sabotaggio e disinformazione
Proprio le azioni di sabotaggio sono considerate tra i pericoli principali. Lo scorso anno la Russia già risultava il primo Paese, seguito da Iran e Cina, per origine di reti impegnate in «comportamenti inautentici coordinati» rilevate da Meta dal 2017 al 2024; 1.135 i contenuti disinformativi pubblicati da outlet pro-Cremlino e 37 gli incidenti sospetti e sabotaggi denunciati in Europa. Senza paragoni, ad avviso degli 007, la potenza di fuoco di Mosca nella minaccia ibrida, ossia nella capacità di avvalersi di intelligence, stampa, mezzi economici, cibernetici e diplomatici, e anche di forze militari. Ricorrendo alla disinformazione organizzata come veicolo privilegiato.
L’episodio del drone russo intercettato a marzo a Varese
Da tempo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ripete che è già in corso una guerra ibrida e ieri ha ricordato che «la Russia è in guerra anche con noi». Lo aveva detto anche lo scorso marzo, quando un drone di fabbricazione russa avrebbe sorvolato cinque volte la struttura di ricerca Joint research centre della Commissione europea a Ispra, sul lago Maggiore, in provincia di Varese. Sul caso la Procura di Milano indaga per spionaggio politico-militare aggravato dalla finalità di terrorismo. Prove di destabilizzazione, contro le quali il Governo accresce gli scudi e potrebbe decidere di elevare il livello di allerta delle nostre forze armate.
Fonte: Il Sole 24 Ore