“Silent Friend”, un albero osserva l’esistenza umana in tre epoche diverse

“Silent Friend”, un albero osserva l’esistenza umana in tre epoche diverse

Dalla condizione femminile all’ambientalismo, passando per la tecnologia, i temi sono molteplici e la carne al fuoco è forse troppa, ma le suggestioni sono talmente numerose che il film potrebbe anche trovare spazio nel palmarès finale.

Un film fatto per Bene

Ancor più sregolato è “Un film fatto per Bene”, nuovo lungometraggio del geniale regista palermitano Franco Maresco, anche lui in lizza per il Leone d’oro.

Come in diverse altre sue opere precedenti, il film parte dal lavoro su un set che non si è concluso: le riprese di una produzione diretta da Franco Maresco su Carmelo Bene vengono bruscamente interrotte dopo l’ennesimo incidente sul set. A staccare la spina è il produttore Andrea Occhipinti, esasperato dai ciak infiniti e dai ripetuti ritardi. Dal canto suo, il regista accusa la produzione di “filmicidio”, facendo poi perdere le sue tracce. A cercare di ricucire lo strappo è un amico di Maresco, Umberto Cantone, che chiama come testimoni tutti coloro che hanno partecipato all’impresa, in un’indagine che è l’occasione per ripercorrere la personalità e le idee dell’autore più corrosivo e apocalittico del cinema italiano.

Non si è mai pronti abbastanza quando si assiste a un film diretto da Franco Maresco, creatore con Daniele Ciprì di Cinico TV e di tanti prodotti importantissimi, prima di passare alla regia in solitaria e firmare ottimi lavori come “Belluscone” o “La mafia non è più quella di una volta”, premiato a Venezia nel 2019.

In “Un film fatto per Bene” Maresco arriva a degli eccessi a tratti indigesti, ma il suo tocco ribelle e le sue riflessioni anticonformiste continuano a colpire a fondo e a renderlo sempre più un “alieno” all’interno del panorama del cinema italiano contemporaneo.

Fonte: Il Sole 24 Ore