Sindacalista ucciso da un tir, omicidio stradale per il camionista

Sindacalista ucciso da un tir, omicidio stradale per il camionista

Confermati quattro anni di carcere e cinque di interdizione dai pubblici uffici, per Alessio Spaziano, il camionista che nel 2021, aveva travolto e ucciso il trentasettenne Adil Belakhdim, il sindacalista di Sì Cobas, impegnato in un picchetto di protesta, forzato dall’imputato, davanti al centro logistico Lidl di Biandrate.

La Cassazione si allinea così alla pena fissata dalla Corte d’appello di Torino che aveva ridotto i sette anni e mezzo stabiliti dal Gup all’esito di giudizio abbreviato. La corte territoriale aveva poi cancellato le provvisionali di 50mila euro in favore delle parti civili, genitori e fratelli, la cui costituzione è stata revocata. Suprema corte in linea con i giudici di seconda istanza anche per quanto riguarda la lettura dei fatti in relazione all’aggravante, che si applica nei delitti colposi, per aver forzato il blocco, malgrado la previsione dell’evento. Escluso invece il dolo in assenza della prova che il camionista, alla guida dell’autoarticolato, si fosse accorto della presenza della vittima. Per il ricorrente c’è anche l’aggravante della fuga dopo l’investimento. Non passa, infatti, la richiesta della difesa, secondo la quale il conducente, che si era poi costituito, aveva agito in stato di necessità abbandonando il luogo dell’incidente, perché la sua incolumità era messa a rischio dall’aggressività dei manifestanti.

Per la Suprema corte, che al pari dei giudici di merito ha escluso qualunque volontarietà, il ricorrente era nella condizione di ipotizzare il verificarsi dell’evento, ma era convinto di poterlo evitare. Secondo la ricostruzione dei giudici l’autoarticolato si era avvicinato al cordone dei manifestanti quando questi, compresa la vittima, erano lontani qualche metro dalla cabina e visibili. All’avanzare del camion, i lavoratori si erano spostati a destra e a sinistra della motrice, gridando, gesticolando e colpendo la cabina per impedire al conducente di proseguire la marcia. Spaziano dunque, pur avendo perso, avanzando, la visuale completa dell’area di manovra, aveva continuato a percepire la loro presenza pur non sentendo né urla né colpi perché aveva il finestrino chiuso.

La previsione dell’evento e la convinzione di poterlo evitare

Il risultato era stata la decisione di avanzare lentamente, a singhiozzo, alternando improvvise accelerazioni a brusche frenate e suonando ripetutamente il clacson. Una ricostruzione che, ad avviso dei giudici, dimostra la coscienza «del concreto e reale rischio di investimento (adottare un’andature pericolosa atta a spaventare i presenti e continuare ad azionare il segnalatore acustico sono condotte coerenti solo con la consapevolezza della presenza a fianco del mezzo di persone)».

Fonte: Il Sole 24 Ore