Sinergie virtuose e azioni di sistema sui territori per un reinserimento duraturo

Sinergie virtuose e azioni di sistema sui territori per un reinserimento duraturo

L’obiettivo è quello. In primis, creando occasioni di lavoro vero e superando il sistema delle lavorazioni penitenziarie. Sistema che, usato al 95% al Sud, assicura occasioni professionali pagate dall’Amministrazione penitenziaria ma non qualificanti. Bisogna, invece, far sì che aziende e grandi associazioni di categoria garantiscano ai detenuti assunzioni alle dipendenze di terzi, che possano poi stabilizzarsi all’esterno. In che modo? Puntando, ad esempio, sulle cooperative sociali e incentivando l’imprenditoria privata. Il vantaggio sarebbe doppio: l’imprenditore può portare un pezzo della sua attività in carcere, godendo del comodato gratuito del laboratorio e degli sgravi della legge Smuraglia, il detenuto può contare su una chance di lavoro (e reinserimento) che non si esaurisce con la fine della pena.

Da qui al futuro, quali sono gli obiettivi da raggiungere per rendere il reintegro strutturale e superare le criticità?

Penso che l’azione di sistema predisposta dal Dap vada declinata in modo quanto più parcellizzato possibile sui territori. Si devono intercettare le risorse che un’area può offrire e collocare i detenuti nel perimetro giusto. Poi è importante ribadire che il lavoro, da solo, non basta. È una condizione necessaria ma non sufficiente al reintegro perché ci sono persone non abituate a lavorare o abituate a lavori con guadagni facili. E in questo caso il sistema di reintegro trova una concorrenza dura a morire. Serve un’opera di osservazione e studio dei singoli individui, oltre che di responsabilizzazione. Non basta offrire cento posti di lavoro, ma è fondamentale lavorare con psicologi, educatori, direttori, magistrati per verificare la tenuta dei detenuti e affiancarli in un percorso faticoso. Bisogna procedere con attenzione ma il reinserimento resta una scommessa su cui puntare. Perché ce lo dice la Costituzione. E perché, altrimenti, la pena non avrebbe alcun senso.

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Fonte: Il Sole 24 Ore