Sinner e Alcaraz, nuova sfida alle Atp Finals questa sera alle 18 a Torino
Il numero uno del mondo Carlos Alcaraz va in finale alle Atp Finals, e per la sesta volta quest’anno se la vedrà con Jannik Sinner (la settima, se si conta l’esibizione del Six Kings Slam in Arabia Saudita). Sinner e Alcaraz scenderanno in campo oggi alle 18 alla Inalpi Arena di Torino. Sabato sera, come da previsioni, lo spagnolo ha spazzato via Félix Auger-Aliassime 6-2, 6-4, con il suo solito gioco incontenibile e imprevedibile.
Il primo set è stato senza storia, il canadese non è mai riuscito a incrinare il muro di potenza e sicurezza dell’avversario. Che anche questa sera non ha dato punti di riferimento, alternando colpi esplosivi da fondo (impressionanti le accelerazioni di dritto) a sorprendenti palle corte, seguendo spesso a rete le prime di servizio con volée che portano punti poco dispendiosi. Se a questo si aggiunge che Alcaraz difende con la stessa furia con cui attacca, si capisce la nettezza di certi risultati. Anche se commette qualche errore di troppo (fino a concedere una palla break, poi annullata), le frecce al suo arco sono tante e può porre facilmente rimedio.
Nel secondo parziale, però, il canadese è riuscito a tenere testa all’irruenza dello spagnolo, ha conservato il servizio fino al 4 pari, il pubblico lo ha sostenuto e Carlos ha sbagliato di più. Ma sul 5-4, con la tensione a mille, Auger-Aliassime alla battuta ha perso lucidità con una stecca e due errori gratuiti… e così al secondo match point il numero uno del mondo ha chiuso i conti 6-4.
Gli scontri diretti tra Sinner e Alcaraz sorridono ad Alcaraz (che per la prima volta nella sua carriera raggiunge la finale alle Atp Finals), in vantaggio 10-5. Solo quest’anno lo spagnolo ha vinto quattro volte: a Roma, Parigi, Cincinnati (dove in realtà Jannik si è ritirato) e Us Open, mentre Sinner ha trionfato a Wimbledon. Quel che è certo è che il duo appare ormai incontrastato, se è vero che si sono spartiti gli Slam e adesso si contenderanno il titolo di “Maestro dei maestri”.
Fonte: Il Sole 24 Ore