
Smart working, Barzotti (M5s): per promuoverlo fondo da 100 mln, indice di sostenibilità e crediti d’imposta
Per rilanciare lo smart working, rendendo in qualche modo strutturale una modalità di lavoro oggi legata ad accordi individuali tra lavoratore e azienda, il Movimento 5 Stelle ha presento una proposta di legge ad hoc (Atto Camera 288 “Modifiche alla legge 22 maggio 2017, n. 81, in materia di disciplina del lavoro da remoto, e altre disposizioni per la sua diffusione nei settori pubblico e privato”) che prevede, tra le altre, anche misure per sostenere le aziende e i dipendenti sul fronte dei costi per l’aggiornamento di hardware e software informatico.
A supporto delle imprese, spiega l’onorevole Valentina Barzotti, componente della commissione Lavoro della Camera e prima firmataria della Pdl, «abbiamo previsto l’istituzione di un fondo con 100 milioni di euro per l’acquisto di strumentazione informatica, di un credito d’imposta, 30mila euro nel biennio», e l’introduzione di un indice «per andare a misurare la sostenibilità ambientale e sociale del lavoro agile. Un modo per «capire quale è l’efficienza energetica delle aziende» che ricorrono al lavoro agile, e su questa base «andare a modulare gli importi dei crediti d’imposta, perché pensiamo che lo smart working debba essere incentivato il più possibile», anche ricorrendo a strumenti innovativi.
Cardine della proposta di legge pentastellata è un aggiornamento della legge di riferimento 81/2017 con il riconoscimento ai lavoratori del diritto al lavoro da remoto, “ogni volta che le mansioni da svolgere lo consentano”. Tra i vantaggi che le aziende possono avere da questo passaggio, sottolinea Barzotti, c’è un incremento «della competitività, e più attrattività per i giovani talenti piuttosto che profili senior che necessitano di maggior autonomia», senza dimenticare «la riduzione dell’assenteismo sul lavoro e una maggiore produttività dei lavoratori».
Fonte: Il Sole 24 Ore