Soho House, il club dei miliardari pronto a lasciare Wall Street

Soho House, il club dei miliardari pronto a lasciare Wall Street

Il ritiro a vita privata, dopo un debutto in Borsa deludente e anni di incertezza finanziaria. È questa la direzione verso cui si muove Soho House & Co., la catena di club esclusivi nata a Londra nel 1995 e diventata un marchio globale del lifestyle. Secondo il Wall Street Journal, un gruppo di investitori guidato da MCR Hotels, uno dei maggiori operatori alberghieri statunitensi, sarebbe vicino a chiudere un accordo per rilevare la società e riportarla fuori dai listini, con una valutazione complessiva intorno a 1,8 miliardi di dollari. L’offerta prevede un prezzo di 9 dollari ad azione, che interessa circa il 15% del capitale flottante ancora sul mercato pubblico; la maggioranza delle quote resterebbe invece nelle mani di investitori privati. L’operazione includerebbe un premio rispetto alla chiusura più recente e il sostegno finanziario del colosso Apollo Global Management, società statunitense di investimento private equity, pronta a mettere sul piatto oltre 700 milioni di dollari in equity e debito.

Una svolta per il miliardario Ron Burkle, principale azionista e da tempo sostenitore di un ritorno alla dimensione privata. Dopo l’offerta pubblica iniziale del 2021, lanciata a oltre 14 dollari per azione, Soho House aveva visto crollare le proprie quotazioni, schiacciata tra le difficoltà di un modello basato sull’esclusività e la pressione dei mercati pubblici. E non sono mancati contrasti interni: l’investitore attivista Dan Loeb, a capo del fondo Third Point, ha più volte denunciato la scarsa trasparenza dell’operazione, sollecitando una valutazione più alta e l’apertura a eventuali concorrenti interessati.

Il fascino del marchio, però, resta intatto. Soho House ha costruito la propria identità sull’idea di una comunità per creativi, imprenditori e personaggi dell’élite culturale e finanziaria. Dai primi club londinesi, l’espansione ha portato oggi a oltre 40 sedi in tutto il mondo, con un modello che combina ospitalità, ristorazione, design e soprattutto appartenenza. Fin dalla nascita nel 1995, e con l’arrivo a New York nel 2003, si è distinta come rifugio di celebrità e creativi: tra i frequentatori sono stati avvistati Lady Gaga, il principe Harry e Meghan Markle. Persino la cultura pop ha contribuito al mito: un episodio di “Sex and the City” mostrava Carrie Bradshaw respinta al club di Manhattan, rafforzandone l’alone esclusivo.

Le quote associative sono diventate una fonte cruciale di ricavi: nel secondo trimestre del 2025 hanno generato 118,6 milioni di dollari, in crescita del 16% rispetto all’anno precedente. In totale, i ricavi trimestrali hanno toccato i 329,8 milioni, trainati anche dai servizi interni alle strutture e dal marchio di arredamento Soho Home.

Fonte: Il Sole 24 Ore