Soia, la Cina sfida gli Usa: zero ordini, il raccolto rischia di marcire nei silos

Soia, la Cina sfida gli Usa: zero ordini, il raccolto rischia di marcire nei silos

La soia come le terre rare. Anche i semi oleosi, prima voce di esportazione dell’agricoltura a stelle e strisce, sono al centro del braccio di ferro sui dazi tra la Cina e gli Stati Uniti. E se Pechino ha ristretto l’export dei metalli strategici, di cui è di gran lunga il fornitore dominante, con la soia ha adottato la strategia speculare: il Dragone – vorace consumatore, responsabile da solo di circa il 60% delle importazioni mondiali –ha smesso di acquistare dagli Usa. Del tutto.

Per la stagione appena cominciata, e con l’avvio del raccolto ormai alle porte, la Cina non ha ordinato neppure un grammo di soia dai coltivatori statunitensi: zero assoluto, quando di solito in questo periodo dell’anno c’erano già ordini per 12-13 milioni di tonnellate. Un’astinenza così prolungata dagli acquisti di soia “made in Usa” non si vedeva dagli anni ’90, secondo Bloomberg, un’epoca in cui la Cina aveva cominciato solo da poco a rifornirsi all’estero.

Neanche durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump, tra il 2017 e il 2021, anch’esso segnato da guerre commerciali, Pechino aveva adottato una linea così drastica (né con la soia né con altre materie prime a dire il vero). E la situazione rischia di provocare un serio danno agli Stati Uniti, se non raggiungeranno qualche forma di compromesso con il gigante asiatico.

La moratoria sull’applicazione dei super-dazi alla Cina, prorogata di 90 giorni l’estate scorsa, scadrà a metà novembre. E per quell’epoca i silos negli Usa traboccheranno di soia che in mancanza di un accordo commerciale tra i due Paesi potrebbe almeno in parte finire al macero.

Fonte: Il Sole 24 Ore