
Sole Luna Fest, a Palermo un festival in cerca di impatto
E’ stato, per anni, un evento riservato a pochi, veri, grandi cultori. Poi è cresciuto, rimanendo nell’ambito degli eventi di qualità. Il Sole Luna, uno dei primi festival italiani dedicati al cinema del reale (il primo in Sicilia e nel Centro Sud) che inaugura lunedì 15 settembre la sua ventesima edizione, oggi si propone come punto di riferimento anche per lo spirito che porta avanti in questi tempi difficili: raccontare i popoli, favorirne attraverso la cultura l’amicizia e la pace. Una crescita garantita soprattutto dai giovani nonostante il focus impegnativo della rassegna: diritti sociali, diritti umani, minoranze, dialogo tra popoli, accoglienza, ambiente.
Basta leggere, sul sito internet, qual è l’obiettivo dell’associazione “Sole Luna – Un ponte tra le culture” che organizza il festival ma non solo (organizza anche mostre, incontri culturali, e lezioni agli studenti delle scuole sul linguaggio audiovisivo): avviare processi di amicizia e interscambio tra popoli indirizzando principalmente le sue attività alle giovani generazioni. Così, il ventesimo compleanno, è un momento per fare un bilancio di ciò che è stata l’attività e soprattutto dell’impatto che questa attività ha avuto e può continuare ad avere nell’ambito di quello che possiamo definire sistema dell’economia culturale del capoluogo siciliano. Perché c’è un dato culturale vero e proprio, che è indiscutibile. Ma ci sono anche altri elementi che fanno parte della storia e, ormai, del patrimonio materiale di questo Festival e dunque della città.
Il più grande patrimonio, se vogliamo, è la disseminazione culturale che si può misurare dalla partecipazione del pubblico: secondo stime degli organizzatori si arriva a oltre 240mila spettatori nelle 19 edizioni, destinati dunque a superare i 250mila con l’edizione n. 20: nei sette giorni di proiezioni la media è di 12mila spettatori per circa 50 film.
Un patrimonio di 15mila film
Come gli oltre 15 mila film dell’archivio del festival che «è diventato un punto di riferimento in Italia per migliaia di registi provenienti da ogni continente, comprese zone particolarmente “calde”, non solo dal punto di vista meteo, come il Medio-Oriente o l’Africa di cui spesso conosciamo solo verità edulcorate» raccontano gli organizzatori. Complicato, per esempio, comprendere il giro d’affari di un festival che fin dalla prima edizione ha l’ingresso gratuito. «Non abbiamo mai ceduto alla tentazione di un biglietto d’ingresso per avere più margini – spiega Lucia Gotti Venturato, presidente e fondatrice del festival – perché la nostra finalità è promuovere il documentario anche tra chi non lo sceglierebbe pagando». La formula funziona: il pubblico è cresciuto di anno in anno, composto soprattutto da giovani e over 40, attratti da temi impegnativi come diritti sociali e umani, minoranze, dialogo tra popoli, accoglienza e ambiente». Il festival cresce grazie al sostegno di istituzioni, fondazioni e università – tra cui l’Università di Palermo – e di sponsor che credono nel progetto.
Formazione e capitale umano
Il Sole Luna è anche una palestra per nuove competenze. Coinvolge studenti delle scuole palermitane in progetti di alternanza scuola-lavoro e giurie studentesche, organizza masterclass e workshop con registi internazionali in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, ospita la tappa siciliana di Itineranze Doc, percorso per giovani filmmaker italiani e non solo. Università italiane e straniere – da Palermo a Torino, Padova, Ca’ Foscari, IUAV, La Sapienza e Roma Tre – partecipano con tirocini e stage, alimentando un circolo virtuoso tra formazione e occupazione qualificata.
Fonte: Il Sole 24 Ore