Sostenibilità, solo il 16% delle aziende europee ha raggiunto obiettivi concreti
L’85% delle aziende europee medie e grandi ha già avviato o sta pianificando iniziative dedicate alla sostenibilità ma solo il 15,7% ha raggiunto obiettivi concreti e non più del 20,5% ha già fatto un bilancio di sostenibilità. È quanto emerge dalla nuova ricerca di Interzero, gruppo leader dell’economia circolare in Europa che ha analizzato comportamenti, investimenti e ostacoli alla transizione sostenibile intervistando circa 250 manager di medie e grandi aziende del Vecchio Continente.
L’indagine evidenzia come la pratica più diffusa tra le aziende sia il monitoraggio del rispetto delle normative ambientali (72% degli intervistati). A seguire, in ordine di preferenza (e con percentuali sempre superiori al 50%): la dichiarazione ambientale di prodotto (Environmental Product Declaration o EPD); la riduzione della carbon footprint, cioè delle emissioni di gas serra che vengono generate durante il ciclo di vita di un prodotto, di un servizio o di un’organizzazione; le iniziative di eco-design, ovvero la progettazione di prodotti o imballaggi riciclabili, biodegradabili o da fonti rinnovabili; e infine la formazione sui temi della sostenibilità.
La sostenibilità è tra le priorità delle aziende: oltre il 75% delle imprese ha fissato obiettivi ambientali da raggiungere entro il 2030, in linea con i target Ue. Tuttavia, il traguardo appare ancora lontano: solo il 35% misura il proprio grado di circolarità e il 44% redige un bilancio di sostenibilità ovvero un report non finanziario. La riduzione delle emissioni è l’azione più diffusa (75%), seguita dall’uso di materiali riciclati o biodegradabili (+50%) e dall’implementazione di strategie Esg. Secondo la rilevazione di Interzero, i comparti dell’elettronica (82% dei manager lo conferma) e del Food & Beverage (81%) sono i più propensi ad attivare iniziative di sostenibilità nei prossimi tre anni. In coda si trovano i settori dell’edilizia (66%), del retail e della logistica (in entrambi si attiverà il 62,5% delle aziende).
Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto ambientale del packaging, l’utilizzo di materiali riciclati, la minimizzazione di materiali non sostenibili e l’utilizzo di materiali biodegradabili negli imballaggi risultano tra le pratiche più attuate dalle aziende intervistate (+50%). Si tratta di un dato incoraggiante, se si pensa che solo pochi anni fa la percentuale di aziende attente agli impatti degli imballaggi in Europa era molto inferiore. Il riutilizzo degli imballaggi risulta essere però l’azione meno attuata in ottica di riduzione dell’impatto ambientale del packaging, per via delle difficoltà legate al degrado e alla perdita di materiale. A ogni modo, quasi il 40% delle aziende intervistate dichiara di mettere in pratica anche questa soluzione.
Guardando all’Italia, la maggior parte delle aziende intervistate (56%) non ha un team dedicato alla sostenibilità. Rispetto ai tre anni precedenti il 90% investirà certamente di più. Qui da noi le attività legate alla sostenibilità vengono gestite con il supporto di consulenti esterni molto più che negli altri Paesi. Le aziende italiane rispetto alle altre sono impegnate quasi esclusivamente sul fronte ambientale e molto meno su quello sociale e della governance e guardano con maggiore interesse all’innovazione di processo per creare prodotti più sostenibili a cominciare dal packaging.
Fonte: Il Sole 24 Ore