Sovrappeso e obesità, l’impatto sull’economia italiana è di 97 miliardi
Il paradosso è che l’Italia è il Paese della tanto apprezzata dieta mediterranea, nonché la nazione che vanta una delle più importanti filiere agroalimentari al mondo, che genera quasi il 20%del Pil nazionale e dà lavoro a oltre tre milioni di persone. Eppure, negli ultimi anni i numeri riguardanti la popolazione obesa o in sovrappeso sono aumentati rapidamente, arrivando a dipingere un quadro sanitario, ma anche economico, preoccupanti.
Un danno al Pil pari al 2,8%
Secondo uno studio realizzato da The European House Ambrosetti per conto del Gruppo Pellegrini e presentati ieri alla Triennale di Milano in occasione del convegno «Cibo, salute e sana longevità», gli italiani vivono in media 2,7 anni in meno a causa del sovrappeso e le cure per l’obesità rappresentano attualmente il 9% della spesa sanitaria nazionale e una dieta scorretta è diventata la seconda causa di malattie croniche in Italia. Inoltre, la perdita di produttività legata a sovrappeso e obesità ammonta a 97 miliardi di euro l’anno, mentre il Pil del Paese risulta ridotto del 2,8%.
Obesità infantile: Italia seconda nella Ue
L’aspetto forse più allarmante riguarda le nuove generazioni: se infatti l’Italia è tra i Paesi più virtuosi per il contenimento del sovrappeso nella popolazione adulta, è il secondo peggiore in Europa per obesità infantile, con il 37% dei bambini in eccesso di peso, contro la media Ue del 29%. L’attuale tasso di obesità infantile porterà, secondo gli studi, a una spesa aggiuntiva per il Sistema sanitario nazionale di oltre 400 milioni all’anno.
L’impegno di Pellegrini
Dato che le principali cause di una cattiva alimentazione sono soprattutto economiche e culturali, la ristorazione collettiva può giocare un ruolo fondamentale per garantire, nelle mense scolastiche e nei ristoranti aziendali, un accesso democratico a cibo sano e bilanciato. Da qui la decisione di Pellegrini di avviare, attraverso insieme alla Fondazione Valter Longo un progetto sperimentale che ha coinvolto 116 dipendenti in un percorso di screening clinico e nutrizionale. «Siamo orgogliosi della collaborazione con Triennale Milano – ha detto la presidente e amministratore delegato Valentina Pellegrini -. Mettiamo a tavola ogni giorno oltre 400 mila persone e sappiamo che si tratta di una grande responsabilità, che affrontiamo con rigore e competenza. Per questo, da tempo, abbiamo attivato attraverso la nostra Accademia, in collaborazione con la Fondazione Valter Longo Onlus».
Fonte: Il Sole 24 Ore