Spagna: no definitivo a fiducia Feijoo, verso incarico a Sanchez. Consultazioni il 2 e 3 ottobre

Il Parlamento spagnolo ha confermato il suo no, definitivo, all’investitura a premier dell’esponente del Partito popolare Alberto Nunez Feijoo. Con 177 no e 173 sì, uno in più rispetto a mercoledì per l’errore di voto del deputato di Junts Eduard Puijol, si è chiuso il tentativo del leader Pp di formare un governo di centro destra con l’appoggio della destra radicale di Vox. Feijoo era arrivato primo alle elezioni di luglio, salvo trovarsi senza i numeri sufficienti a formare una maggioranza al Congresso.

A seguito del suo incontro con la presidente del Congresso, Francina Armengol, il re di Spagna Felipe Vi ha convocato i partiti politici per un nuovo giro di consultazioni lunedì 2 e martedì 3 ottobre.

Verso l’incarico a Sanchez

L’esito atteso, beffardo per lo stesso Fejioo, è che si vada verso un nuovo incarico del premier in uscita Pedro Sanchez. Il leader socialista, artefice di una rimonta dopo la convocazione anticipata delle urne, dovrebbe essere convocato dal re Felipe VI la prossima settimana. Feijoo ha già lanciato un attacco a rivale, accusandolo di voler formare «un governo di bugie ed inganni», in coalizione con i separatisti catalani. Gli scenari che si aprono anche a Sanchez, però, non sono dei più lineari. Una volta ricevuta l’investitura, Sanchez avrà fino al 27 novembre per formare un nuovo governo, altrimenti si dovrà andare a nuove elezioni.

Per riuscire ad avere la maggioranza, Sanchez ha bisogno del sostegno dei due partiti indipendentisti catalani, Junts e Erc, che pongono come condizioni irrinunciabili, una legge di amnistia per i condannati per il tentativo di secessione nel 2017 e un referendum per l’indipendenza catalana. Si prevedono, dopo l’investitura ufficiale di Sanchez, giorni e settimane di duri negoziati per il leader socialista.

Da parte sua, Feijoo ha rincarato la dose e dichiarato che gli spagnoli hanno davanti «il governo della menzogna» o il ritorno alle urne. «Amnistia sì o no? referendum sì o no? io dico no, cosa dice lei signor Sanchez?», ha aggiunto il leader popolare sfidando il premier socialista a «dire senza mezzi termini, alla Spagna quello che dovrà sopportare se tornerà ad essere presidente del governo».

Fonte: Il Sole 24 Ore