Speranza: «Costruire la nuova Sanità con i fondi Pnrr». Le imprese: basta tetti di spesa

«Mentre combattiamo contro il Covid, dobbiamo iniziare a mettere a terra la Sanità del futuro e il Pnrr serve a questo, con risorse senza precedenti. Dobbiamo investirle bene, essere veloci e fare le scelte giuste. Siamo fiduciosi di poter rispettare tutte le scadenze e se possibile anche essere in anticipo come stiamo provando a fare, perché questa è l’occasione per costruire un Ssn più forte».

Pnrr chiave per la nuova sanità

Il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto alla decima edizione dell’Healthcare summit del Sole 24 ore, aperto da un intervento del direttore, Fabio Tamburini. E nonostante i «giorni non semplici» perché siamo ancora nel «pieno della pandemia» prova ad alzare gli occhi per cominciare a guardare oltre il virus e l’emergenza spingendo l’acceleratore sul Pnrr con lo sblocco proprio in queste ore di 8 miliardi del Piano di ripresa e resilienza destinati alle Regioni.

Cabina di regia per non sprecare risorse

E proprio il Pnrr è stato al centro dell’evento del Sole 24 ore – oltre 2mila gli utenti collegati – a cui hanno partecipato le voci più importanti del settore: in coro hanno sottolineato la necessità di non sprecare i 20 miliardi da spendere per la Sanità da qui al 2026. «Per evitare che si vada a più velocità le Regioni hanno bisogno di semplificazioni per le nuove opere e serve anche una cabina di regìa nazionale che accompagni chi rimane indietro diffondendo le best practice», ha spiegato Raffaele Donini assessore dell’Emila e coordinatore degli assessori alla Salute. «Noi come Agenzia del ministero della Salute siamo pronti a dare il supporto necessario, ma provvederemo anche al monitoraggio e alla valutazione delle performance», ha chiarito il presidente di Agenas Enrico Coscioni.

L’ultima chiamata

«Siamo di fronte a un’ultima chiamata per rilanciare il Ssn – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – bisogna definire con chiarezza gli obiettivi. Poi ci sono le regole sugli appalti, con scadenze che a normativa vigente diventano una mission impossible». Eppure, rilancia Donato Scolozzi (Kpmg), la ricetta è «far diventare la sanità un settore-chiave dello sviluppo del Paese e la risposta in parte ce la suggerisce proprio la pandemia: l’Italia è più competitiva se abbiamo a disposizione cure efficaci, risorse umane motivate una comunità che collabora alla prevenzione. In un’ottica in cui la digitalizzazione sia funzionale al ridisegno dei servizi assistenziali».

Mentre per rilanciare il ruolo del medico di famiglia travolto dalla pandemia il presidente della Società di Medicina generale Claudio Cricelli lancia la proposta di «una Conferenza delle cure primarie e del territorio a cui partecipino tutti gli stakeholder, dai sindacati alle istituzioni, dalle associazioni di pazienti agli imprenditori».

Fonte: Il Sole 24 Ore