
Staff leasing a rischio stop
Lo staff leasing potrebbe essere giudicato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea non conforme alla direttiva 2008/104/Ce relativa al lavoro tramite agenzia interinale. In tal caso l’Italia dovrebbe porre termine alla possibilità che un lavoratore sia assunto a tempo indeterminato da una agenzia di somministrazione e poi inviato dalla stessa in “missione” a tempo indeterminato presso un’azienda. Una modalità di impiego che riguarda circa 50mila persone.
Il caso
La vicenda nasce dal caso di una lavoratrice che, assunta a tempo indeterminato da un’agenzia, ha lavorato presso un’azienda con cinque contratti di somministrazione a termine nell’arco di tre anni per un totale di 23 mesi e successivamente è stata impiegata presso la stessa azienda con una missione a tempo indeterminato che si è interrotta dopo 17 mesi. La lavoratrice si è rivolta al giudice italiano per vedere riconosciuta la nullità del contratto di somministrazione «in quanto elusivo della direttiva 2008/104/Ce» perché «violativo del carattere della temporaneità».
Il rinvio alla Corte Ue
Il Tribunale di Reggio Emilia, con ordinanza del 7 novembre 2024, si è rivolto alla Corte Ue per sapere se la normativa italiana è conforme alla direttiva europea che regola il lavoro tramite agenzia. Il giudice italiano dubita della conformità perché, se l’impresa utilizzatrice avesse un’esigenza di impiego di tipo permanente, non dovrebbe ricorrere al lavoro somministrato. Più nel dettaglio alla Corte Ue è stato chiesto se è lecito che la norma italiana:
- non preveda limiti alla missione di un lavoratore presso la stessa azienda;
- non richieda causali per tale missione;
- non richieda la temporaneità dell’esigenza produttiva da parte dell’azienda utilizzatrice.
Nell’ambito della procedura avviata dalla Corte sono stati raccolti i pareri di più soggetti coinvolti/interessati, tra cui quello della Commissione Ue, del Governo italiano, dei sindacati.
La posizione della Commissione
Nella sua memoria, la Commissione ricorda che scopo della direttiva è conciliare la flessibilità necessaria alle aziende con la tutela dei lavoratori, allineando il più possibile le condizioni di chi è assunto da una agenzia di somministrazione a quelle previste per l’assunzione diretta da parte di un’impresa. Tuttavia, osserva anche che l’obiettivo ultimo della direttiva «consiste nell’incoraggiare l’accesso dei lavoratori tramite agenzia interinale a un impiego permanente presso l’impresa utilizzatrice» e quindi la missione presso quest’ultima «deve avere per sua natura carattere temporaneo».
Fonte: Il Sole 24 Ore