
Startup italiane pazze per la Spagna: ma è davvero l’Eldorado?
«È un mercato non semplice ma che cresce più velocemente dell’Italia, possiede lo sbocco del Sudamerica e una capacità di internazionalizzazione più ampia grazie anche alla comunità latinoamericana degli Stati Uniti», ragiona Pasquale Tuosto, cfo di Cosmico, startup italiana con sede a Madrid.
«Rispetto a Spagna e Francia, i limiti del nostro ecosistema startup sono tre: scarsa visione a lungo termine, ritardo dei privati e “nanismo” dovuto a isolamento e mancanza di continuità istituzionale – continua Tuosto – . Le startup hanno bisogno di cicli lunghi e di un funnel ampio. Serve stabilità e più ponti globali per far emergere player italiani».
Spagna terra di talenti
Non dimentichiamo poi il mercato del lavoro. «La Spagna ha il grande vantaggio dell’attrazione di talenti a basso costo: Barcellona e Madrid possono sfoggiare scaleup e unicorni con 5-10 anni di vita, mentre in Italia i profili di questo tipo scarseggiano», chiarisce Virginia Bassano, VC Investor di Eight Roads, colosso statunitense del venture capital oggi forte di 12 miliardi di dollari di masse gestite.
Specializzato in round tra 10 e 30 milioni, in Europa ha investito in 50 società, tra le quali nove unicorni. Nessuna italiana. «La strada da percorrere è ancora lunga – spiega – : secondo le nostre stime oggi ci troviamo dov’era la Spagna cinque anni fa e la Francia otto».
Finalisti italiani: Soource
Due le startup italiane approdate in finale a South Summit tra le cento selezionate (divise in dieci macrosettori). Una è Soource, fondata nel gennaio 2024 nel NOI Techpark Südtirol/Alto Adige, il parco tecnologico di Bolzano: è una piattaforma AI in grado di individuare automaticamente i migliori fornitori da un vasto database aziendale.
Fonte: Il Sole 24 Ore