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Startup: l’80% ha rinunciato a bandi, agevolazioni e nuovi mercati per le troppe scartoffie
L’80% delle startup ha rinunciato a opportunità di crescita – bandi, agevolazioni, nuovi mercati – solo per colpa delle “scartoffie”. Il 90% delle imprese afferma di aver dovuto inviare più volte alla pubblica amministrazione informazioni di cui era già in possesso. Per il 59% degli intervistati il fisco è l’attività che assorbe più tempo, seguito dalla contrattualistica di clienti e fornitori (quasi 44%). La burocrazia sottrae tempo agli imprenditori con quasi una giornata di lavoro a settimana (7 ore in media). E i costi non sono da meno: per un’azienda su tre, la gestione burocratica supera i 30mila euro l’anno. Un macigno che pesa soprattutto sulle microimprese.
Il sondaggio
Sono i dati di un sondaggio condotto da Future Proof Society (Fps) tra i Giovani Industriali, presentati all’Italian Tech Week di Torino in un dibattito con Marco Ogliengo, Ceo di JetHR, Alessandro Tommasi, Founder e Ceo di FPS e Maria Anghileri, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, che hanno condiviso le loro esperienze sul tema “Come gli imprenditori italiani stanno superando le barriere”.
Cosa dicono i giovani imprenditori
Secondo Maria Anghileri, «Dobbiamo liberare il potenziale innovativo delle startup e delle giovani imprese digitali attraverso due strumenti fondamentali. Da una parte serve una rapida attuazione del cosiddetto 28esimo regime europeo, che permette alle imprese di operare senza barriere e con procedure uniformi in tutta Europa».
Per l’Italia invece la soluzione è a portata di mano, almeno secondo la Anghileri secondo cui nel nostro Paese «dobbiamo estendere a tutte le imprese e in particolare alle startup e Pmi innovative il modello autorizzativo e le semplificazioni burocratiche della Zes, che ha dimostrato di funzionare generando investimenti e più occupati. In questo modo permettiamo ai giovani di rimanere e non fuggire verso ecosistemi più snelli e competitivi».
Fonte: Il Sole 24 Ore