
Stato dell’Unione, il programma von del Leyen per punti
Punto per punto, i principali contenuti del programma della Commissione Europea illustrato nella giornata di mercoledì dalla presidente Ursula von der Leyen nel corso del discorso sullo Stato dell’Unione.
Auto
La Commissione Ue intende mettere a punto con l’industria un progetto di auto piccole e convenienti: «Credo che l’Europa dovrebbe avere la propria auto elettrica. E come ecologica: pulita, efficiente e leggera. E come economica: accessibile a tutti. E come europea: costruita qui, con catene di approvvigionamento europee», ha detto la presidente Ursula von der Leyen in aula. Da tempo l’esecutivo comunitario ha organizzato per domani una riunione con i rappresentanti del settore, in grave crisi per via della concorrenza cinese. L’Unione europea ha deciso di vietare dal 2035 in poi la messa su strada di auto inquinanti, con motore a combustione. Il tema è estremamente controverso. Molte case temono che l’obiettivo sia troppo ambizioso e troppo costoso. Si sta discutendo di rivedere il regolamento, forse non tanto per correggere la data del 2035 quanto per aprire la porta a carburanti meno inquinanti della benzina o del gasolio, come l’idrogeno, i carburanti sintetici o biologici.
Acceleratore industria
La situazione economica europea continua a essere debole, a un anno dalla presentazione dei rapporti Letta e Draghi. Nel discorso sullo Stato dell’Unione, Ursula von der Leyen ha annunciato una serie di iniziative. La prima riguarda il delicato settore delle batterie. Su questo fronte, intende mettere a disposizione 1,8 miliardi per aiutarne la produzione. Inoltre, vuole che negli appalti pubblici dedicati alle tecnologie ambientali ci sia l’obbligo di prodotti Made in Europe, pur di sostenere il settore in crescita. Infine, ha preannunciato un regolamento dedicato ai settori tecnologicamente strategici (l’Industrial Accelerator Act), con l’obiettivo di accelerare ricerca e produzione sempre nel clean tech. Con l’occasione von der Leyen ha difeso l’accordo commerciale con gli Usa: «Se si tiene conto delle eccezioni che abbiamo ottenuto e delle tariffe aggiuntive che gli altri devono pagare, abbiamo il miglior accordo possibile». Questo, al netto delle promesse di acquisti di gas e petrolio Usa.
Resilienza sui vaccini
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione, medico di formazione, ha avvertito che «siamo sull’orlo – o addirittura all’inizio – di un’altra crisi sanitaria globale». Si è così riferita allo scetticismo contro i vaccini che permea una fetta importante della società occidentale. Lo sguardo corre in particolare all’amministrazione Trump che sta permettendo agli stati di eliminare obblighi vaccinali: «Sono sconcertata dalla disinformazione che minaccia il progresso globale su tutto, dal morbillo alla poliomielite». C’è il timore che le scelte Usa possano ridurre l’immunità collettiva che è andata formandosi negli ultimi decenni. Di conseguenza, la Commissione europea vorrà fare uno sforzo maggiore per convincere dell’importanza dei vaccini. Secondo uno studio della Yale University il vaccino contro il Covid-19 ha permesso di evitare negli Stati Uniti tra il dicembre 2020 e il novembre 2022 «oltre 18,5 milioni di ricoveri ospedalieri aggiuntivi e 3,2 milioni di decessi aggiuntivi».
Piano anti-povertà
L’esecutivo comunitario è consapevole di come l’occupazione Ue sia caratterizzata sempre più da posti di lavoro precari, poco remunerati, e a durata spesso temporanea. Da tempo stiamo assistendo a un assottigliamento della classe media. Nel 2024, 93,3 milioni di persone erano a rischio di povertà o esclusione sociale, pari al 21% della popolazione dell’Unione. Parlando ieri a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha assicurato di voler sradicare la povertà da qui al 2050. In questo senso, ha promesso iniziative per ridurre il costo della vita, almeno in campo energetico e nel settore abitativo. Tra le altre cose vuole eliminare le strozzature nella rete energetica europea, in modo da ridurre i prezzi dell’energia. Il prezzo delle case, ha aggiunto, è aumentato in media del 20% dal 2015 in poi. Ha precisato la presidente: «Dobbiamo rivedere le nostre norme in materia di aiuti di Stato per consentire misure di sostegno all’edilizia abitativa. Dobbiamo rendere molto più facile la costruzione di nuove case e residenze studentesche».
Fonte: Il Sole 24 Ore