Stellantis, per le city car la contesa sarà tra i siti di Mirafiori e Pomigliano

Stellantis, per le city car la contesa sarà tra i siti di Mirafiori e Pomigliano

Restare in corsa per produrre modelli mass market in Italia e confermare il polo di produzione di batterie nella attuale fabbrica di motori di Termoli. Sono queste le due sfide industriali per l’Italia in vista del prossimo tavolo ministeriale dedicato all’automotive e, più in generale, rispetto alle strategie future di Stellantis per il paese. Si tratta di due dossier industriali dall’esito tutt’altro che scontato, che potrebbero trovare una soluzione non già la prossima settimana ma nei prossimi mesi. Jean Philippe Imparato, numero uno del Gruppo in Europa, prende tempo sulla possibilità di installare in Italia la nuova piattaforma Stellantis Small per la produzione della nuova generazione di auto del segmento B per il Gruppo, ma una cosa la assicura, proprio durante l’ultimo incontro a Torino con i sindacati: «L’Italia avrà di sicuro la produzione in un segmento di massa, non unicamente a Mirafiori, ma di questo torneremo a parlare il 17 a Roma». Mirafiori, dunque, accanto a Pomigliano, forse, e all’universo Panda.

La situazione a Mirafiori

Per ora lo stabilimento di Mirafiori, che negli ultimi due anni si è assicurato una serie di nuove missioni industriali come il Battery Lab o il Centro per l’Economia circolare, arriva al 18esimo anno di fila di ammortizzatori sociali e chiude l’accordo per il contratto di solidarietà, fino alla prossima estate, per gli addetti della linea della 500 (mille) e della Maserati (circa 800). La famiglia delle Fiat 500 è in fase di ridefinizione lungo tre direttrici. La versione bev della city car iconica in capo a Stellantis è arrivata al suo quarto anno di vita, con vendite in calo e linee produttive a singhiozzo da mesi (fino a settembre di quest’anno la produzione è stata di sole 20mila 500). Stellantis ha annunciato una revisione – 500 bev Technical refresh – che dovrebbe essere pronta nel 2027 e che monterà un motore elettrico di fornitura cinese mutuato dai modelli bev dei marchi ex Psa su piattaforma Stla Small e un battery pack realizzato in stabilimento. Il mandato assegnato agli ingegneri degli Enti centrali è quello di ridurre del 50% i costi di produzione, impresa tutt’altro che banale.  

La nuova Fiat 500 ibrida invece dovrebbe andare in produzione da novembre e portare in dote 100mila unità all’anno. Si lavora alla progettazione con tutte le difficoltà derivanti dalla necessità di sviluppare un modello endotermico mini-ibrido sullo stesso pianale della 500 bev. Ultima direzione anticipata dallo stesso Imparato nell’incontro di Torino è quella dello sviluppo della nuova famiglia di 500 bev, a partire dal 2030.

Pomigliano resterà “casa” della Panda anche nel futuro?

In parallelo, la partita delle city car per Stellantis potrebbe coinvolgere anche la Panda, uno dei modelli più longevi di casa Fiat. Pomigliano da solo garantisce quasi il 60% della produzione italiana del Gruppo e Panda ha continuato a crescere anche quest’anno, con 110.900 unità fino a fine settembre, il 17% in più rispetto sul 2023. La Panda resterà a Pomigliano fino al 2029, hanno assicurato i vertici di Stellantis. La scommessa è che Pomigliano resti la casa anche della Panda del futuro.

Infine la gigafactory italiana. Il progetto dapprima assegnato a Termoli e poi messo in stand by per le incertezze del mercato, resta un tema chiave per il futuro dell’automotive made in Italy. E non solo per la riconversione di una fabbrica di motori e che vedrà comunque dall’anno prossimo lo stop alla produzione del motore Fire dopo oltre trent’anni di onorato servizio.

Fonte: Il Sole 24 Ore