Stop all’aumento dell’età pensionabile, per la Lega pagano banche e assicurazioni
Rottamazione extralarge e niente aumento dell’età pensionabile, a pagare banche e assicurazioni. La Lega non cede e schiera una raffica di emendamenti alla manovra, incurante degli inviti alla cautela arrivati da più fronti. La partita è ancora da giocare, con il voto in Senato atteso a partire dai primi di dicembre, ma appare difficile che le proposte messe a punto dai parlamentari di via Bellerio possano incassare il via libera senza ulteriori aggiustamenti.
Sciopero e obbligo preavviso
Chi invece sceglie la strada della prudenza è Fratelli d’Italia che fa dietrofront, almeno per il momento, sugli scioperi: ritirata la proposta di modifica che puntava a introdurre l’obbligo di un preavviso di sette giorni per i lavoratori nel settore dei trasporti. Inserito nei faldoni dei seimila emendamenti alla legge di Bilancio, la modifica immaginata dal partito della premier – e che non sarebbe stata però preventivamente concordata – ha avuto vita breve: quarantotto ore e il primo firmatario, Matteo Gelmetti, prende carta e penna e con una nota fa sapere di averci ripensato. Il «tema è complesso», spiega, e merita di essere approfondito e discusso. Sarà un disegno di legge ad occuparsene, assicura. Il dibattito che d’altro canto era scaturito rischiava di complicare il cammino della manovra: le opposizioni erano scese in campo accusando la maggioranza di voler colpire la Costituzione, i sindacati, compresa la Cisl con la segretaria generale Daniela Fumarola, si erano detti contrari.
Rottamazione
Anche senza dover parlare di un diritto delicato come quello dello sciopero, le polemiche sulla legge di Bilancio sono all’ordine del giorno. Compresi i distinguo fra i partiti di governo. Un nuovo vertice con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atteso per il prossimo giovedì, servirà a fare il punto sul pacchetto di modifiche che ha qualche chance di essere condiviso. La certezza è che la gran parte dei quasi seimila emendamenti sarà carta straccia a breve: domani è il giorno in cui i partiti devono presentare le richieste considerate prioritarie. Si tratta di 414 emendamenti, di cui 238 di maggioranza. La Lega ha già fatto sapere che proprio una delle due proposte sulla rottamazione – su cui c’è anche un emendamento di FdI – sarà inserita fra quelle identitarie del partito: l’obiettivo è estendere la rottamazione quinquies ai contribuenti decaduti dalla quater, di cui si allargano anche le maglie, che hanno ricevuto un accertamento. Prevista anche la riduzione degli interessi dal 4% al 2% per chi sceglie di pagare a rate. Costo totale pari a 365 milioni, non facile dunque da coprire. Destinato invece a essere cassato quasi subito (cioè non segnalato dal partito) il secondo emendamento leghista sempre sulla rottamazione, e che avrebbe un costo anche superiore pari a quasi 600 milioni. Il caso vuole però che pur se dalla vita breve, proprio di questa proposta di modifica dovrà essere presentata un versione corretta: a causa di quello che viene considerato un mero refuso, la scrittura della norma renderebbe vano l’obiettivo al quale puntava, vale a dire far rientrare nella rottamazione anche i contribuenti che hanno ricevuto un accertamento e che hanno presentato la dichiarazione dei redditi.
Cantiere previdenza
Il partito di Matteo Salvini insiste anche sulla previdenza, chiedendo di congelare l’innalzamento degli scalini dell’età pensionabile fino al 2028. In questo caso le coperture trovate, come annunciato a gran voce, arriverebbero dall’incremento di 4 punti totali dell’Irap rimettendo in discussione l’intesa faticosamente raggiunta fra gli intermediari finanziari e il governo. Ribadita anche la richiesta di prorogare Opzione donna e Quota 103. Oltre alla flat tax per i giovani, c’è il tema degli affitti brevi. Forza Italia – che rilancia anche sui negozi – si è intestata la battaglia, condivisa però questa volta con gli alleati leghisti. L’incremento al 26% dell’aliquota sulla cedolare secca per chi affitta tramite piattaforme non piace proprio: entrambi i partiti ne chiedono la cancellazione. Il punto di caduta forse non sarà questo, ma governo e maggioranza sono a lavoro e tra le ipotesi vi è anche che l’incremento possa essere ridotto al 23%.
Fonte: Il Sole 24 Ore