Stoppani: «Più risorse per i consumi, fiducia in calo»
«Viviamo in un contesto dalle prospettive incerte tra guerre e tensioni geopolitiche che inducono le famiglie a risparmiare, frenando i consumi fuori casa – dice Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe Confcommercio al Sole-24 Ore al termine dell’assemblea pubblica “Impresa, bene comune”-. Gli italiani sono particolarmente sensibili alle crisi internazionali e la flessione della domanda interna ha spiegazioni economiche e di tenuta della fiducia». Oggi i consumi fuori casa hanno un valore che supera i 96 miliardi di euro a valori correnti, secondo i calcoli dell’associazione che quest’anno celebra gli 80 anni di attività, mentre nel settore sono occupati oltre 1,1 milioni di dipendenti.
A preoccupare il presidente è la tenuta del sentiment e dall’indice di fiducia «che non ha mai registrato livelli così bassi, sia delle famiglie sia per le imprese» sottolinea. Nel corso del suo intervento il presidente ha chiesto che «in questa manovra finanziaria vengano date risorse aggiuntive per i consumi. La battaglia che stiamo facendo è quella di allargare la platea dei beneficiari della normativa che riguarderà la defiscalizzazione degli aumenti salariali, che sarebbero previsti nella norma iniziale solo per i contratti firmati dal 2026, non vedendo estesi gli stessi vantaggi a chi ha firmato un contratto diligentemente prima della scadenza».
Sul fronte dei consumi dopo una stagione estiva segnata da una flessione delle presenze dei vacanzieri italiani compensata da quelle dei turisti stranieri per dicembre, mese chiave per i conti dei pubblici esercizi, si presenta con un sentiment leggermente migliore. «A parte gli effetti dell’inflazione ci sono due elementi che hanno rafforzato le disponibilità economiche dei consumatori – continua Stoppani -. I rinnovi contrattuali per milioni di lavoratori che hanno un po’ di soldi in più in tasca e la Borsa, ai massimi».
In attesa che a New Delhi nella seconda settimana di dicembre si decida sull’inserimento della cucina italiana nel Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco Stoppani ricorda lo stretto legame tra gli arrivi dall’estero e cucina italiana come elemento attrattivo.
Durante l’intervento è stato rimarcato come il settore sconti una marginalità tendente a zero a causa dell’eccesso di offerta una situazione che non permette di aumentare gli stipendi, fare investimenti per rinnovare le attrezzature «la nostra attività è energivora» e i locali e, soprattutto remunerare il capitale. Il sistema Fipe Confcommercio affronta tra le altre cose il nodo del dumping contrattuale causato da una giungla di contratti pirata fonte di sleale concorrenza tra le imprese. Le recensioni online sono un altro campo di battaglia. Qui Fipe combatte contro quelle false, “comprate”, sponsorizzate o fraudolenti che causano danni irreparabili alla reputazione di imprenditori che non hanno a disposizione nessuna arma per affrontare recensori senza volto. «Un’economia che non rispetta le regole, infatti, non è libera, ma disordinata e un mercato senza etica non crea benessere, ma solo disuguaglianze – incalza -. L’impresa di pubblico esercizio è un bene comune, non solo perché crea valore economico, ma perché genera coesione e inclusione sociale, identità e prospettive» rimarca Stoppani.
Fonte: Il Sole 24 Ore