Superbonus e terremoto, ricostruzione a rischio blocco
Ricostruzione post terremoto a rischio blocco. Perché una parte dei cantieri del Centro Italia avrà ancora a disposizione per il superbonus al 110% la cessione del credito e lo sconto in fattura anche nel 2026, mentre un’altra parte, per effetto del disegno di legge di Bilancio, sarà costretta dal prossimo anno in un regime più penalizzante, nel quale il superbonus ci sarà, ma solo attraverso la strada, ben più accidentata, della detrazione. E i numeri che circolano danno l’entità del problema: 5mila cantieri a rischio per un valore di 1,3 miliardi.
Proroga vincolata
Per capire come si è arrivati a questa situazione di stallo, bisogna partire dall’intervento del decreto Omnibus (Dl 95/2025 della metà di quest’anno). Quel provvedimento ha prorogato al 2026 il superbonus al 110% per le spese destinate agli interventi sugli immobili interessati dagli eventi sismici in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria purché per questi lavori le istanze di concessione dei contributi pubblici siano state presentate dopo il 30 marzo 2024, lasciando ancora aperta la chance di usare la cessione del credito e lo sconto in fattura.
Criticità del doppio regime
Restavano scoperti i cantieri aperti prima di quella data. Così il Ddl di Bilancio ha previsto una norma che aggiunge un nuovo comma alle regole sul superbonus, disciplinate dal decreto Rilancio. E prevede che, per gli stessi interventi sugli immobili danneggiati dagli eventi sismici nel Centro Italia, si applicherà il superbonus al 110% anche nel 2026, ma stavolta per i lavori «per i quali le istanze o dichiarazioni siano state presentate in data antecedente a quella di entrata in vigore del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39». Cioè, prima del 30 marzo 2024. Il problema, però, è che così nasce un doppio regime, dal momento che questi lavori non avranno a disposizione cessione del credito e sconto in fattura, ma solo la strada della detrazione in dichiarazione dei redditi.
Parla Diego Camillozzi, presidente di «La terra trema noi no», Onlus che si occupa di azioni a tutela delle popolazioni colpite dal sisma del 2016: «È chiaro che molte persone non avranno la capienza fiscale per gestire queste operazioni attraverso una detrazione. Senza sconto in fattura e cessioni non ci sarà possibilità di portare avanti i cantieri, con il rischio che molte opere di ricostruzione si fermino, soprattutto nei condomini. In più, c’è anche un altro problema». Quale? «Se i lavori non saranno completati, andiamo verso uno scenario drammatico, nel quale l’agenzia delle Entrate potrà fare verifiche e chiedere indietro i soldi delle agevolazioni già percepite. I cittadini potrebbero restare con la casa danneggiata e dover anche restituire le agevolazioni. Speriamo che il problema possa essere risolto».
Soluzioni sul tavolo
A essere coinvolti da questa situazione sono circa 5mila cantieri, per un valore di 1,3 miliardi di euro. Una situazione potenzialmente drammatica, che il Governo e il commissario straordinario per la ricostruzione, Guido Castelli stanno lavorando per scongiurare. La strada più facile resta quella di precisare, con una modifica al disegno di legge di Bilancio, che cessione del credito e sconto in fattura per il superbonus saranno applicabili anche a questi interventi. Su questa precisazione, però, pesano i vincoli della manovra e le perplessità che l’esecutivo ha da sempre sulla moneta fiscale.
Fonte: Il Sole 24 Ore