“Superman”, intrattenimento dal sapore politico

“Superman”, intrattenimento dal sapore politico

Sono due film estremamente diversi i protagonisti del weekend in sala: da un lato c’è “Superman”, attesissimo blockbuster che riporta sul grande schermo il celebre supereroe, dall’altro c’è “Shayda”, impegnato dramma che segna l’esordio dietro la macchina da presa di Noora Niasari, regista nata in Iran e cresciuta in Australia.

Partiamo intanto dal fatto che il nuovo “Superman” è un’operazione nettamente superiore e più interessante rispetto ai film più recenti che vedevano protagonista il celebre supereroe: da “Superman Returns” nel 2006 a “L’uomo d’acciaio” del 2013, sono state numerose le delusioni cinematografiche degli ultimi decenni con al centro il personaggio nato dalla penna di Jerry Siegel e dai disegni di Joe Shuster.

Non è certo un caso che al timone di questa nuova operazione ci sia James Gunn che, dopo aver concluso la trilogia dei “Guardiani della Galassia” nel 2023 per la Marvel ed essere diventato il direttore creativo dei DC Studios, mantiene il suo stile eccentrico, pop e altamente ritmato per ridare vita al personaggio che era stato interpretato al cinema da Christopher Reeve per la prima volta nel 1978.

Non parte con le origini del supereroe questo film che, invece, racconta nella sequenza iniziale la prima sonora sconfitta di Superman, costretto a farsi curare le ferite, prima fisiche e poi psicologiche, che questa disfatta gli ha lasciato.

Fonte: Il Sole 24 Ore