Sviluppo sostenibile, quanto vale in azienda il benessere psicofisico

Sviluppo sostenibile, quanto vale in azienda il benessere psicofisico

Il benessere psicofisico come elemento di valore utile per valutare lo stato di salute della società, in linea con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Una certezza con cui è fondamentale confrontarsi e che necessità di nuove metriche e nuovi modelli di misurazione. Se il valore economico di una società può essere misurato attraverso i bilanci economici e gli indici numerici della ricchezza, la creazione di valore non deve rimanere appannaggio esclusivo dell’economia profit e occorre individuare una misura che sia espressione di qualità della vita, benessere e felicità.

Ad affermarlo e tracciare linee guide per un nuovo modello di sviluppo sociale è l’Ordine degli Psicologi della Lombardia, che con il Cno – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi e la Fondazione della Professione Psicologica Adriano Ossicini, ha aderito alla rete ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

«In una società complessa, valutare il benessere psicofisico significa adottare una prospettiva multidimensionale – spiega Valentina Di Mattei, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia -. Oltre ai dati economici e clinici, è necessario misurare la qualità delle relazioni, la fiducia sociale, la capacità di affrontare lo stress, l’equilibrio tra vita personale e lavorativa, la soddisfazione nei diversi ambiti dell’esistenza. Parametri come l’autoefficacia percepita, la resilienza, il senso di scopo e la qualità delle interazioni sociali assumono un ruolo sempre più centrale. In questo senso, la psicologia può offrire strumenti validati per monitorare queste dimensioni».

Lo studio scientifico

La conferma arriva anche dal più longevo studio scientifico sul benessere, lo Harvard Study of Adult Development, iniziato nel 1938 e tuttora in corso, che ha seguito per decenni centinaia di individui dimostrando che la qualità delle relazioni interpersonali è il predittore più affidabile di felicità e salute nel lungo periodo. «A livello pratico – aggiunge Di Mattei -, si stanno diffondendo interventi di wellbeing assessment integrati nelle politiche hr, programmi di psicoeducazione in azienda, sportelli di ascolto e monitoraggi regolari del clima interno, che permettono non solo di intervenire sul disagio, ma di promuovere attivamente cultura della cura e inclusione».

Fonte: Il Sole 24 Ore