Svolta storica a Belfast: chi è la cattolica O’Neill, prima premier repubblicana

Prima leader Sinn Fein non militante

La O’Neill ha tutte le carte in regola per assumere il ruolo di premier, dopo una vita intera dedicata alla politica. Quando è stata eletta leader del partito nel 2017 ha preso il posto di Martin McGuinness, l’ex militante e leader dell’Ira diventato poi uno degli artefici del processo di pace.

Nata nel 1977 in County Tyrone, una roccaforte cattolica, è cresciuta in una famiglia coinvolta nella politica. Il padre, Brendan Doris, era militante dell’Ira finito in prigione e lo zio Paul fu ucciso dalle forze speciali britanniche. Ragazza madre a 16 anni, ha poi detto che l’esperienza l’ha resa più forte. «So cosa vuol dire gestire situazioni difficili, so cosa vuol dire andare a scuola lasciando il tuo bambino a casa», ha detto.Si è fatta le ossa nella politica locale, affiliandosi a Sinn Fein a 21 anni e diventando consigliere e poi sindaco di South Tyrone, prima di essere eletta all’Assembly, il Parlamento nordirlandese, nel 2007, nella circoscrizione che era stata di suo padre.

È la prima leader di Sinn Fein a non avere un passato di militante dell’Ira, ma non ci sono dubbi sulla sua fedeltà alla causa. Da ex ministro della Sanità in Irlanda del Nord ha giocato un ruolo importante durante la pandemia, ma l’unico sgarro è stata la sua partecipazione al funerale di Bobby Storey, un veterano dell’Ira, assieme a altre 1.800 persone, in palese violazione del lockdown in vigore all’epoca, nel giugno 2020. Il Dup aveva chiesto le sue dimissioni, ma lei ha resistito.

La O’Neill ha sempre mantenuto un tono moderato, e ha voluto essere presente sia al funerale della Regina Elisabetta II nel 2022 che all’incoronazione di Re Carlo III nel maggio scorso, come «atto di rispetto». Ha dichiarato di voler essere la premier di tutti, cattolici e protestanti, ma ha anche sempre espresso opinioni molto chiare. Si era schierata contro Brexit, definita «una catastrofe per l’Irlanda» che avrebbe messo a repentaglio gli accordi del Venerdì Santo. Nei giorni scorsi ha ribadito che l’obiettivo suo e di Sinn Fein resta quello di sempre: la riunificazione dell’Irlanda, che ora è «a portata di mano».

Fonte: Il Sole 24 Ore