Tabacco, la Ue studia maxi stangata fino a 1 euro in più a pacchetto

Tabacco, la Ue studia maxi stangata fino a 1 euro in più a pacchetto

L’Unione Europea prova a far cassa con il tabacco e studia una maxi stangata sulle sigarette con percentuali che possono arrivare ad oltre il 1.000 per cento. Un documento interno circolato nei giorni scorsi rivela infatti che i piani della Commissione (in particolare del Commissario olandese Wopke Hoekstra) prevedono una revisione della Direttiva sulle accise del tabacco (cosiddetta TED) che, se confermata, porterà ad incrementi particolarmente elevati sia della tassazione sia dei prezzi di vendita al pubblico per sigarette, sigari, tabacco riscaldato, tabacco da arrotolare, sigarette elettroniche e bustine di nicotina.

I possibili maxi aumenti

Una prima impostazione di revisione della direttiva era già stata ipotizzata nel 2022, per poi essere accantonata. La proposta attuale, pur lavorando su diversi scenari, ipotizza misure decisamente più drastiche: secondo le ipotesi più aggressive per alcuni Paesi la tassazione delle sigarette aumenterebbe del 139%, quella dei tabacchi trinciati per le sigarette fai da te del 258%. Ancora più drastico l’aumento previsto per i sigari, con un +1090 per cento. E la Commissione non ammette deroghe tanto che la stangata allo studio si abbatterà anche sui prodotti di nuova generazione (tabacco riscaldato, sigarette elettroniche, bustine di nicotina), inclusi quelli realizzati in Italia.

L’effetto sui fumatori italiani

Tradotto nella pratica quotidiana le ipotesi allo studio per i consumatori italiani si tradurrebbero in un aumento di 1 euro a pacchetto, pari a oltre il 20% sia nel caso delle sigarette sia per i prodotti a tabacco riscaldato. Un aumento mai registrato nel nostro paese e decisamente in controtendenza rispetto alle posizioni più volte espresse dall’Italia. A metà maggio scorso lo stesso ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, si era confrontato a Bruxelles con il commissario Hoekstra e i suoi tecnici, chiarendo la necessità di voler salvaguardare gli investimenti importanti in Italia nel settore del tabacco, laddove il fattore fiscale (e la stabilità dello stesso) ha costituito un elemento importante. L’idea del governo italiano è quella di non pregiudicare il quadro attuale e di mantenere una tassazione in grado di assicurare la tenuta delle filiere nazionali e dei posti di lavoro in Italia e a tutela dei consumatori. Insomma la linea di Roma risulta essere molto lontana da quella di Bruxelles anche su questo dossier.

La spinta al contrabbando

L’introduzione di un innovativo quadro fiscale stabile introdotto da questo governo ha contribuito anche a ridurre il traffico illecito delle sigarette (1,8% in Italia contro una media europea di circa il 10%), rendendo il nostro Paese una “best practice” in Europa. Percentuali considerevolmente più alte si sono registrate in paesi come Francia (38%) e Olanda (dove i consumi illeciti sono raddoppiati nell’ultimo anno) che negli ultimi anni – in linea con l’approccio che la Commissione intende abbracciare con questa proposta – hanno invece incrementato considerevolmente la tassazione dei prodotti del tabacco e della nicotina. Va osservato, poi, che gli aumenti previsti si presenterebbero a geografia variabile all’interno dell’Unione: paesi come l’Olanda – patria del Commissario Hoekstra – manterrebbero stabili, ad esempio, i propri livelli di tassazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore