Tagli ai comuni che hanno i fondi Pnrr. De Caro (Anci): «Decisione assurda»

Tagli ai comuni che hanno i fondi Pnrr. De Caro (Anci): «Decisione assurda»

“Assurda”, “paradossale”, “irragionevole”. Si accende la rivolta dei Comuni contro la modalità di distribuzione dei tagli della spending review. “La decisione del Mef – mette a verbale il presidente dell’Anci in una nota – contraddice lo spirito e le finalità del Pnrr e mette a rischio la gestione delle opere pubbliche”.

Ad infiammare i toni, che ricorrono a tutto l’armamentario degli aggettivi più duri, è il parametro di assegnazione dei tagli ai singoli enti locali scritto nella bozza di decreto attuativo preparato dal ministero dell’Economia e anticipato sul Sole 24 Ore del 25 maggio. In pratica, metà dei tagli è misurata in proporzione alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione alla fine del 2023, per cui chi ha più progetti finanziati dal Piano subisce tagli maggiori. Quest’anno, il conto a carico di Comuni, Città e Province è di 250 milioni, ma fa parte di una cura che fino al 2028 vale 1,25 miliardi: sempre che non cresca con la prossima manovra.

Il meccanismo elaborato al Mef arriva a sorpresa anche per il ministero per il Pnrr guidato da Raffaele Fitto, che nelle scorse ore ha ricevuto insieme al ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e al titolare del Viminale Matteo Piantedosi una lettera infuocata da parte dei vertici di Anci e Upi. La discussione, insomma, promette di diventare vivace anche all’interno del Governo.

La previsione attua a suo modo una norma della manovra (comma 533 della legge 213 del 2023) che chiede di assegnare i tagli “tenuto conto” dei fondi Pnrr ricevuti da ogni ente. Una formula che sembrava secondo alcune interpretazioni prefigurare una sorta di salvaguardia degli investimenti del Pnrr; e che invece si rivela il suo contrario.

Fonte: Il Sole 24 Ore