Target climatici, i ministri dell’Ambiente Ue cercano intesa sulla flessibilità

Target climatici, i ministri dell’Ambiente Ue cercano intesa sulla flessibilità

BRUXELLES – A qualche giorno dal vertice di fine ottobre, tocca ora ai ministri dell’Ambiente mettere nero su bianco il nuovo atteggiamento europeo in campo ambientale, più flessibile e meno gravoso. Sul tavolo della riunione di martedì 4 novembre ci sarà la cosiddetta Legge Clima per il 2040. I ministri saranno chiamati a trovare un accordo sulla loro posizione negoziale con cui affrontare la trattativa con il Parlamento. L’esito della riunione resta molto incerto.

I capi di Stato e di governo hanno deciso di allentare le condizioni di mercato, senza modificare gli obiettivi proposti dalla Commissione europea: un taglio entro il 2040 delle emissioni nocive del 90% rispetto ai dati del 1990. Nelle conclusioni del summit i Ventisette hanno convenuto «l’importanza di contribuire allo sforzo globale di riduzione delle emissioni in modo ambizioso ed efficiente in termini di costi, in particolare definendo un livello adeguato di crediti internazionali di alta qualità».

Spiega un diplomatico della presidenza danese dell’Unione europea: «Riteniamo che tutti gli ingredienti necessari per raggiungere un accordo siano presenti. Conosciamo le posizioni degli Stati membri e disponiamo di orientamenti chiari provenienti dai massimi livelli politici». Con l’avvicinarsi della conferenza internazionale sul clima COP30, in Brasile a partire da giovedì prossimo, «è giunto il momento di concordare l’obiettivo per il 2040».

Il negoziato tra i Paesi membri è acceso. Tutti sono d’accordo per introdurre flessibilità, ma non vi è intesa su quanta flessibilità adottare. A suo tempo, la Commissione europea aveva previsto che il 3% delle riduzioni delle emissioni nocive poteva avvenire in Paesi terzi (i cosiddetti crediti internazionali). Si discute se e di quanto aumentare questa percentuale. «In questo momento, non vi è maggioranza qualificata a favore di un aumento», fa notare un diplomatico nazionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore