
Tari, risparmio di 322 milioni l’anno con maggiore efficienza delle regioni
L’introduzione, nel 2020, del metodo tariffario rifiuti da parte dell’autorità di regolazione Arera ha portato a un aumento medio dell’efficienza gestionale dell’14% nel triennio 2021-2023 rispetto al periodo precedente 2015-2019, e a una riduzione delle disomogeneità territoriali del 13%. È quanto emerge dallo studio condotto dal centro studi Cesisp dell’Università di Milano-Bicocca, presentato nel corso di un incontro con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e del presidente di Arera, Stefano Besseghini.
Secondo i dati empirici, l’assetto regolatorio ha portato a un passo avanti decisivo verso una gestione più efficiente, trasparente ed equa dei rifiuti urbani in Italia. Regole chiare per le tariffe, definizione dei costi standard, livelli di efficienza del servizio hanno rappresentato un percorso di uniformazione di un settore, quello dei rifiuti, eterogeneo da molti punti di vista. A partire da quello geografico.
Risparmio potenziale
L’analisi del Cesisp conferma alcune differenze regionali: alcune aree, come il triveneto, si dimostrano best performer, mentre altre regioni registrano margini di miglioramento potenziale. «Se tutte e 20 le regioni italiane nell’ambito del ciclo integrato dei rifiuti urbani operassero con lo stesso livello di efficienza delle più virtuose, si potrebbero risparmiare almeno 323 milioni di euro annui, 202 dei quali nella raccolta e trasporto e 121 nel trattamento e smaltimento», hanno spiegato Massimo Beccarello e Giacomo Di Foggia, che hanno guidato l’analisi condotta su un campione di 5mila comuni.
Triveneto efficiente
Nella classifica delle regioni più efficienti, al primo posto c’è il Friuli Venezia Giulia, con una Tari osservata di 264 euro a tonnellata. Mentre Marche, Umbria e Puglia sono quelle in cui c’è maggiore spazio di miglioramento con una Tari osservata rispettivamente di 342, 432 e 409 euro a tonnellata che potrebbe essere tagliata di 21, 22 e 26 euro. Nei capoluoghi di regione, Trieste, Venezia e Trento mostrano i livelli di efficienza più elevati mentre vi sono spazi di efficientamento a Napoli, Perugia o Bologna. Lo studio conferma un effetto positivo della raccolta differenziata sulla riduzione dei costi. Il dato è particolarmente evidente nelle gestioni porta a porta.
Tari puntuale
Un altro aspetto sottolineato dallo studio riguarda la Tari puntuale (che si basa sulla quantità effettiva di rifiuti indifferenziati prodotti da ciascuna utenza): si dimostra efficace nel Nord Italia, dove contribuisce a ridurre i costi e aumentare la raccolta differenziata. Al Centro-Sud l’impatto è meno marcato, soprattutto nei territori con dotazione impiantistica insufficiente. Tuttavia, i ricercatori evidenziano come la tariffazione puntuale possa mitigare gli svantaggi strutturali e agire come leva di riequilibrio territoriale, specialmente nel nuovo contesto normativo. Negli ultimi anni il quadro di regolamentazione promosso da Arera ha «aumentato l’efficienza del servizio a livello nazionale ma molto deve essere ancora fatto. La tutela dell’ambiente attraverso un maggiore recupero dei materiali di scarto è la via maestra anche per ridurre i costi del servizio», hanno concluso Massimo Beccarello e Giacomo Di Foggia.
Fonte: Il Sole 24 Ore