Teams segnalerà chi è in ufficio: cosa cambia per lavoratori e aziende

Teams segnalerà chi è in ufficio: cosa cambia per lavoratori e aziende

Un dettaglio, questo, che non mette al riparo le aziende da eventuali contestazioni: «Nel contesto lavorativo il consenso del singolo lavoratore non è mai concepito come dato in maniera pienamente libera – spiega Brozzetti –, il Garante non accoglie positivamente situazioni asimmetriche come quella in cui c’è un rapporto di dipendenza».

Brozzetti sottolinea che esistono già in Microsoft Teams degli indicatori sullo status degli utenti che suggeriscono informazioni sull’attività dei dipendenti. Inoltre, la presenza in sede o meno di un lavoratore è un dato che dovrebbe essere già in possesso del datore di lavoro. Anche per questo motivo, secondo Brozzetti, le aziende non avranno particolare interesse ad attivare questa opzione.

Ad ogni modo, in caso un’impresa decida di introdurre la nuova funzionalità di Teams, sarà necessario un accordo sindacale o, in assenza di rappresentanze, un’autorizzazione dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Senza una di queste condizioni, il datore di lavoro non può attivare funzioni che comportino controllo a distanza non ritenute essenziali.

I precedenti in Europa

Negli ultimi anni in Europa ci sono stati alcuni casi di aziende sanzionate per pratiche di monitoraggio troppo invasive. Nel 2024 Amazon France è stata multata per 34 milioni di euro per l’utilizzo di sistemi di sorveglianza dei ritmi di lavoro ritenuti eccessivi dalle autorità. Ancora prima, in Germania, la catena di abbigliamento H&M ha ricevuto una multa da 35 milioni di euro per aver archiviato informazioni personali dei dipendenti, compresi aspetti della vita privata.

Nel caso dell’aggiornamento di Teams, Brozzetti evidenzia anche un’altra questione da affrontare: «Trattandosi di una piattaforma di proprietà americana, bisogna chiarire se le informazioni raccolte dalla nuova funzione rimangono in loco o vengono spostate su server extra-Ue. In caso di trasferimento di dati in Paesi al di fuori dell’Unione ci sono una serie di condizioni di liceità particolari da valutare».

Fonte: Il Sole 24 Ore