Terreni agricoli, il capitale naturale nuova frontiera degli investimenti

Terreni agricoli, il capitale naturale nuova frontiera degli investimenti

Dal 2024 oltre 294 milioni di persone in 53 Paesi del mondo vivono in condizioni di grave insicurezza alimentare. Si tratta di un dato in aumento per il sesto anno consecutivo: il saldo netto di situazioni in peggioramento in 19 Paesi e di miglioramenti registrati in 15 territori, secondo l’ultimi Global Report on Food Crisis delle Nazioni Unite. Le sfide poste dalla crescita della popolazione mondiale e dalla scarsità delle risorse naturali, a partire dall’acqua, porta anche il mondo della finanza a definire strategie di investimento indirizzate a offrire soluzioni.

Il capitale naturale, terreni agricoli e boschivi, e sistemi agricoli sostenibili ed evoluti possono rappresentare asset alternativi, per diversificare il portafoglio e generare un impatto concreto su ambiente e contrasto all’insicurezza alimentare.

Impollinazione e controllo dei parassiti in Cile

Nuveen Natural Capital, ad esempio, partecipa a un’iniziativa pluriennale che analizza in che modo i servizi ecosistemici essenziali, come l’impollinazione e il controllo biologico dei parassiti, possono migliorare la produzione alimentare sostenibile e contribuire ad affrontare i fattori legati al cambiamento climatico. «Il suolo dei terreni del Cile, ad esempio – racconta Martin Davies, global head of Nuveen Natural Capital -, presenta un’elevata variabilità in termini di texture e attività biologica. I nostri team stanno utilizzando dei vermi compostatori per arricchire le condizioni del suolo in cui crescono le nocciole. Sfruttando tre tipi diversi di compostatori, trasformiamo residui di potatura, foglie e altri rifiuti della comunità in un liquido ricco di sostanze nutritive, acidi umici e microrganismi in grado di migliorare le condizioni del suolo e lo sviluppo delle colture. Questo progetto sostiene 250 acri di coltivazioni di nocciole nelle regioni cilene di Maule e Ñuble».

Le nuove sfide sul versante proteine e acqua

Il mondo in via di sviluppo ha una classe media in crescita che, diventando più prospera, consumerà maggiori quantità di proteine, oltre che prodotti alimentari in generale. L’Ocse stima che il consumo delle principali proteine animali nei Paesi in via di sviluppo aumenterà del 12,6% entro il 2032. “«Per produrre un solo chilogrammo di proteine bovine occorrono circa cinque chili di cereali da foraggio. Un aumento del consumo globale di proteine determinerà un forte incremento della domanda di cereali – commenta Davies -. Altra questione è la crescente scarsità dell’acqua: i terreni agricoli con risorse idriche sostenibili, comprese le acque superficiali e sotterranee, potrebbero riportare un aumento delle valutazioni. Data la necessità di acqua nella produzione agricola, le esportazioni agricole sono un metodo per trasferire acqua dai Paesi con abbondanti risorse idriche a quelli con risorse più scarse».

Fonte: Il Sole 24 Ore