Terzo sì alla separazione delle carriere: cos’è e cosa cambia con la riforma della giustizia

Terzo sì alla separazione delle carriere: cos’è e cosa cambia con la riforma della giustizia

Via libera della Camera alla terza lettura della riforma costituzionale con la separazione delle carriere dei magistrati con 243 voti a favore e 109 contrari. Il ddl torna al Senato per l’ultimo sì. Non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi ci sarà un referendum confermativo. Trattandosi della seconda lettura conforme, il testo non era emendabile. Quindi in Aula a Montecitorio c’è stata discussione generale e poi il voto. Il tutto a tappe forzate con la seduta fiume chiesta da Fdi e fortemente avversata dalle opposizioni. Tocca ora al Senato, entro fine anno (dopo i primi due via libera a gennaio e luglio 2025), chiudere l’iter con la quarta lettura. E già a giugno 2026 si potrà celebrare il referendum confermativo previsto per le modifiche costituzionali approvate con meno dei due terzi dei voti.

Obiettivo della maggioranza di centrodestra è dunque quello di dare la precedenza a una riforma diventata sempre più prioritaria. Un piano sostenuto dalla convinzione che al referendum (atteso nella prima metà del 2026) «gli italiani premieranno» la scelta di riformare la magistratura separando le carriere. E quel voto popolare, è il ragionamento che ne discende, può rappresentare una sorta di traino verso le elezioni politiche in arrivo con ogni probabilità nella primavera 2027.

Il pressing del governo

Che la riforma della giustizia sia una delle priorità del governo, del resto, lo ha ricordato domenica la premier Giorgia Meloni alla festa dell’Udc. «Andremo avanti sulla separazione delle carriere, sulla riforma del Csm, perché vogliamo spezzare il sistema correntizio che ha umiliato la magistratura e rendere la giustizia più giusta per i cittadini» ha scandito Meloni dal palco

La separazione delle carriere

Il cuore del provvedimento è dunque la separazione delle carriere dei pm e dei giudici, per cui ciascuno a inizio carriera dovrà fare una scelta definitiva di funzione, e restarci. Insomma niente più “porte girevoli” tra pm e giudici secondo un’espressione abusata negli anni scorsi.

I due Csm e la nomina tramite sorteggio

E’ prevista l’istituzione di due Csm, uno per la magistratura requirente e l’altro per quella giudicante, entrambi presieduti dal Capo dello Stato. I membri dei due Csm restano in carica 4 anni. E ne fanno parte, di diritto di diritto i vertici della Cassazione (nel primo il procuratore generale e nel secondo il presidente). Gli altri consiglieri saranno individuati attraverso sorteggio, temperato nel caso di quelli di nomina parlamentare, secco per i togati. Un terzo infatti sarà sorteggiato da un elenco di professori ordinari, di università in materie giuridiche e di avvocati con almeno 15 anni di esercizio compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti.

Fonte: Il Sole 24 Ore