
Tesla smantella Dojo: come cambia la strategia su chip e AI di Musk?
Secondo Bloomberg Elon Musk ha deciso lo smantellamento del team che sviluppava Dojo, il supercomputer proprietario concepito per addestrare i modelli di guida autonoma senza dipendere da fornitori esterni come Nvidia. Pete Bannon, che guidava il progetto, ha lasciato l’azienda. Bannon era vicepresidente per ingegneria e progettazione hardware di Tesla, era arrivato da Apple nel 2016. I tecnici rimasti vengono redistribuiti su altri progetti legati a data center e infrastrutture di calcolo.
La decisione segna l’abbandono di quello che fino a poco tempo fa era considerato uno dei progetti più strategici del gruppo. Morgan Stanley aveva stimato il valore potenziale di Dojo in 500 miliardi di dollari appena dodici mesi fa, descrivendolo come il fulcro della strategia tecnologica futura di Tesla.
Sul social network X, Musk ha giustificato la scelta spiegando che «non ha senso dividere le risorse su due architetture di chip così diverse». L’azienda si concentrerà ora sui chip AI5 e AI6 (alternando tra Samsung e il colosso taiwanese TSMC per le diverse generazioni), che secondo il ceo saranno «eccellenti per l’inferenza e sufficientemente validi per il training».
Fuga di cervelli e clima interno
Lo stop a Dojo coincide con una serie di uscite eccellenti dai ranghi dirigenziali. Negli ultimi mesi hanno lasciato Tesla figure chiave come Milan Kovac (robotica), David Lau (software) e Omead Afshar (operations). Una ventina di membri del team Dojo si sono trasferiti alla startup DensityAI, fondata da ex dipendenti dell’azienda.
Secondo diverse fonti interne, il crescente coinvolgimento politico di Musk ha contribuito a deteriorare il clima aziendale, spingendo alcuni ingegneri a cercare opportunità professionali in contesti meno polarizzati.
Fonte: Il Sole 24 Ore