Tessile europeo, la svolta circolare: dai Paesi nordici a Spagna e Croazia, progetti e riciclo in crescita
Da qui l’idea dell’Ue per la produzione di tessuti sostenibili e circolari. «Circa il 73% dell’abbigliamento e dei tessuti per la casa consumati in Europa sono prodotti e importati da paesi al di fuori dell’UE. Nel 2017, l’UE ha prodotto 7,4 chili di tessuti a persona e consuma quasi 26 , rendendolo un importatore netto. In particolare, nel 2019 l’UE è stata uno dei maggiori importatori mondiali di abbigliamento con un valore complessivo di 80 miliardi di euro – si legge nel documento della Commissione -. Questo è il motivo per cui la strategia promuove la collaborazione internazionale per ridurre gli impatti ambientali e sociali negativi».
Il quadro in Italia
La sostenibilità è entrata a pieno titolo anche in Italia e nel mondo dei tessuti italiani. Proprio per questo motivo, e in un’ottica sostenibile e circolare sono nati diversi consorzi con l’obiettivo di promuovere l’economia circolare «aiutando le aziende a rispettare le norme». Tra i principali figurano Cobat Tessile, Ecotessili, ERP Italia Tessile e Erion Textiles. Questi consorzi si occupano della raccolta e recupero dei prodotti tessili che, dopo i trattamenti, diventano nuovamente materia prima.
Proprio in questa logica di transizione recentemente Confindustria Moda e Unicredit hanno siglato un accordo «fine di supportare le imprese della filiera tessile e moda nella digitalizzazione e nella transizione sostenibile, mirata a ridurre l’impatto ambientale, con processi produttivi sempre più green». Tra le altre iniziative in campo, a Palermo, la nascita dello sportello moda per accompagnare le imprese nella transizione sostenibile. L’obiettivo è formare le imprese in vista dell’entrata in vigore, a gennaio 2026, del passaporto digitale del prodotto. Lo strumento che garantisce tracciabilità, sostenibilità e trasparenza della filiera produttiva attraverso un Qr code.
La Croazia accelera sul riciclo tessile
Nel 2023 in Croazia sono stati generati oltre 54 mila tonnellate di rifiuti tessili e calzature, pari a 14 chili pro capite. Di questi, il 23,7% è stato raccolto in modo differenziato, una quota in costante crescita rispetto al 5,5% registrato nel 2010. Tra i rifiuti separati, la parte maggiore – quasi il 40% – riguarda abbigliamento e altri tessuti di uso domestico.
Secondo i dati del Ministero della Transizione verde, il 76% dei rifiuti tessili raccolti viene recuperato, attraverso energia (24%), riciclo (27%) o preparazione al riuso (25%), mentre solo il 14% finisce in discarica. Attualmente 44 imprese operano nel trattamento dei rifiuti tessili in 57 siti del Paese, con un solo grande riciclatore che gestisce circa il 90% dei materiali recuperati tramite processi R5. Nel 2023 la Croazia ha esportato 3.400 tonnellate di rifiuti tessili e ne ha importate 1.800, a testimonianza di un mercato in crescita.
Fonte: Il Sole 24 Ore