test cruciale per governo e opposizione
Domani, domenica 28 settembre, e lunedì 29 nelle Marche si terranno le elezioni regionali. Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23 domani e dalle 7 alle 15 lunedì. Sono 1.325.689 i marchigiani chiamati alle urne in questa tornata elettorale nelle 1.572 sezioni. Elezioni regionali anche in Valle d’Aosta, dove gli aventi diritto sono poco più di 100mila, e potranno votare solo domani dalle ore 7:00 alle 23:00. Si tratta di elezioni decisive per molti motivi. Saranno i primi territorio a recarsi alle urne in una tornata che in questo autunno coinvolgerà nel complesso 7 Regioni. Si tratta anche di un test elettorale per il governo e per l’opposizione nazionali.
Sette Regioni al voto
Sono 7 le Regioni in cui si vota questo autunno: Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Come detto, si parte con la Valle d’Aosta il 28 settembre e le Marche (28 e 29 settembre). Poi tocca alla Calabria (5 e 6 ottobre) e alla Toscana (12 e 13 ottobre). In Campania, in Veneto e in Puglia le date scelte sono il 23 e 24 novembre. L’esito del voto nelle Marche e in Valle d’Aosta potrà fare da traino negli altri territorio
I candidati nelle Marche
La sfida nelle Marche si gioca tra il governatore uscente Francesco Acquaroli (Fdi e fedelissimo della premier Giorgia Meloni) e lo sfidante di centrosinistra Matteo Ricci, europarlamentare dem ed ex sindaco di Pesaro. Il Pd punta a riconquistare insieme agli alleati del campo largo (da Iv al M5s, ma senza Azione) l’ex regione rossa finita per la prima volta a destra cinque anni fa. La campagna elettorale ha avuto una chiara impronta nazionale, con la stessa Meloni, insieme ai suoi vice Antonio Tajani (Fi) e Matteo Salvini (Lega) andati nelle Marche a sostenere direttamente Acquaroni. Anche la segretaria Pd Elly Schlein e il presidente del partito Stefano Bonaccini sono saliti a dare una mano a Ricci.
Il nodo del Veneto
Per il centrodestra, l’esito del voto nelle Marche è strettamente legato alla scelta del candidato in Veneto. La sconfitta di Acquaroli, aumenterebbe su Meloni la pressione per indicare un candidato del suo partito in Veneto: Fdi, nonostante sia di gran punga il primo partito della colazione dal 2022, ha solo due governatori di Regione (appunto nelle Marche e in Abruzzo). Se invece dovesse confermare Acquaroli, potrebbe lasciare campo libero a un candidato della Lega, rimandando al 2028 (quando si voterà in Lombardia) la partita per conquistare una regione del Nord.
Campo largo nel centrosinistra
Schlein ha già ottenuto tanto, riuscendo a stringere l’intesa con il M5S in tutte le regioni al voto, con un’alleanza che coinvolge tutti i partiti di centrosinistra tranne Azione. L’occhio è soprattutto alle politiche del 2027: l’unica speranza per impedire la vittoria al centrodestra è chiudere una alleanza la più larga possibile soprattutto per conquistare quanti più collegi uninominali al Sud (a meno che non cambi la legge elettorale). Una vittoria nelle Marche, ma anche una sconfitta dopo un confronto all’ultimo voto, rafforzerebbe questa strategia
Fonte: Il Sole 24 Ore