
Testimonianza shock di un medico Usa: «A Gaza i bambini non vogliono più vivere»
Il dolore non si esaurisce con le ferite fisiche: “I genitori memorizzano i vestiti dei loro figli per poterli riconoscere tra i resti,” ha detto. La devastazione psicologica è tale che “quasi la metà dei bambini a Gaza è ora suicida”, e spesso si pongono la domanda: “Perché non sono morto con la mia famiglia?”
Nel suo appello finale, Sidhwa ha invocato l’adozione urgente di sette misure, tra cui un embargo sulle armi. Ha definito l’inazione del Consiglio “una testimonianza della coscienza collassata”, mentre “gli ultimi medici di Gaza e un’intera generazione di palestinesi stanno affrontando l’annientamento.”
“Mi chiedo”, ha concluso, “se qualche membro di questo consiglio abbia mai incontrato un bambino di 5 anni che non vuole più vivere.” E ha lasciato l’aula con un monito che non consente ambiguità: “Non potete più fingere di non sapere, quando i bambini non vogliono più vivere.”
Ordini medici: “gara di solidarietà per accogliere Adam, è lo spirito del Ssn”
“E’ una vera e propria gara di solidarietà quella che si è messa in moto per accogliere e curare Adam e suo padre negli ospedali del nostro Paese. Siamo orgogliosi: è questo lo spirito del nostro Servizio sanitario nazionale e della nostra Repubblica, che vuole garantire a ogni individuo il diritto alla tutela della salute e al rispetto della persona”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta il meccanismo virtuoso innescato dall’appello dello zio di Adam, l’unico tra i 10 figli della dottoressa Alaa al-Najjar ad essere sopravvissuto a un raid israeliano contro la sua casa a Khan Younis. Il marito, anche lui medico, è stato ferito gravemente e anche per lui si sono aperte le porte degli ospedali italiani e di altri Paesi europei, evidenzia la Fnomceo in una nota.
“Ringraziamo il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Salute Orazio Schillaci e tutto il Governo italiano per la pronta risposta – dichiara Anelli – per essersi adoperati senza perdere un minuto per valutare la trasportabilità dei due feriti nel nostro Paese e per aver individuato alcune strutture. Un grazie all’Associazione degli ospedali Pediatrici italiani, che ha subito dato la sua disponibilità a ospitare Adam in una qualsiasi delle strutture presenti sul territorio, agli ospedali che si sono offerti di accogliere suo padre, alle Regioni che si sono dichiarate pronte a fare la loro parte. Un grazie anche a tutti i medici italiani che, anche per il tramite dei loro Ordini, hanno mandato messaggi di solidarietà per i colleghi colpiti. La tragica storia della collega Alaa al-Najjar ha scosso profondamente le coscienze sullo sterminio in corso a Gaza, che non si ferma davanti a nulla, coinvolgendo i bambini, i civili, gli operatori sanitari”.
Fonte: Il Sole 24 Ore