
Tiene il made in Italy, saldo record al netto dell’energia
Una sostanziale tenuta dei valori globali, un nuovo record per il saldo commerciale al netto dell’energia. Con l’aumento del 2,9% registrato nel mese di dicembre, l’export nazionale contiene le perdite nel 2024, una discesa dello 0,4% (che al netto dell’energia è in realtà un +0,3%) che porta il totale a 623 miliardi, appena tre in meno rispetto al record precedente di 626 miliardi.
La discesa delle importazioni spinge verso l’alto il saldo commerciale totale, che dai 34 miliardi del 2023 sale ora a quota 55. Se in questo caso i valori sono distanti dal massimo storico (63 miliardi nel 2020), si registra invece un record significativo guardando alla manifattura, al netto dell’energia: tenendo conto solo dei beni, tra quelli di consumo, gli intermedi e gli strumentali, l’Italia sfonda per la prima volta la soglia dei 100 miliardi di euro (104,5), solo avvicinata nel corso del 2023.
A migliorare come detto è però anche il saldo totale, dai 34 miliardi dei 2023 sale a 55. Decisiva in questo caso la discesa delle quotazioni di gas e greggio, con importazioni di gas e greggio scese a 67 miliardi (87 nel 2023). Si tratta ancora di una cifra più alta rispetto agli acquisti pre-crisi (52 miliardi nel 2019) ma stiamo comunque parlando di valori più che dimezzati rispetto alla bolletta “monstre” del 2022, arrivata a 140 miliardi di euro. Se nel corso del 2024 l’esborso mensile per gas e petrolio è stato nell’ordine dei 4-5 miliardi al mese, nei momenti più duri dell’estate 2022 eravamo infatti arrivati a spenderne anche 12.
Guardando alle aree geografiche, decisiva per l’avanzo totale è stata ancora una volta la performance dei paesi extra-Ue, che hanno prodotto un avanzo di 65 miliardi di euro, 20 in più dell’anno precedente, il massimo di sempre. Cruciale l’apporto statunitense, primo paese ormai da tempo per l’avanzo italiano, da solo in grado di fornire un contributo di 39 miliardi. In rosso invece il bilancio con l’Europa, verso cui il passivo è di 10 miliardi.
Saldo al netto dell’energia: Mln di euro
Il freno da Berlino
Se il bilancio annuo dell’export vede un arretramento, una “responsabilità” rilevante è della Germania, i cui acquisti di prodotti made in Italy si sono ridotti del 5% sottraendo in valore assoluto 3,7 miliardi . Se è la meccanica in generale a soffrire, la parte principale di questa caduta è determinata dalle auto. Difficile dire quanto questo sia imputabile alla scarsa ricettività del mercato tedesco nei confronti delle auto italiane o piuttosto al tracollo produttivo nazionale, che riporta i volumi di vetture ai livelli del 1957. Il risultato è comunque per le auto un calo del 30,7% che si traduce in 1,5 miliardi in meno.
Fonte: Il Sole 24 Ore