Tim Enterprise, piano di investimento da 1 miliardo nel triennio

Tim Enterprise, piano di investimento da 1 miliardo nel triennio

Un piano di investimenti da un miliardo di euro in tre anni. La strategia di Tim Enterprise è stata presentata ieri a Santo Stefano Ticino, all’interno di uno dei data center più avanzati del gruppo, durante l’“Unboxing Tim Enterprise Day” alla presenza dell’ad Pietro Labriola, del Chief Enterprise & Innovative Solutions Officer Elio Schiavo e del cfo Adrian Calaza.

Sulla parte enterprise «abbiamo una posizione unica rispetto ai competitor in Italia e a volte in Europa», ha esordito il ceo nell’incontro con gli analisti. Fra i motivi Labriola ricorda facendo riferimento ad alcuni dei numeri in campo: «Abbiamo 1.500 venditori (le persone che lavorano in tutto in Tim Enterprise sono 6.400, ndr) che lavorano da sempre con le principali 35mila aziende del Paese. E questo ci mette in posizione di vantaggio con Microsoft o Google o Oracle in Italia. Conosciamo in cliente».

Dagli speech della giornata il messaggio che sembra venire fuori è che Tim Enterprise non intende limitarsi a vendere servizi, ma aspira anche a disegnare le fondamenta della nuova infrastruttura digitale nazionale. Nel solo 2024 gli investimenti sono stati pari a 350 milioni, primo mattone di un piano triennale che punta a rafforzare i data center – 17 in totale, di cui 8 certificati con i massimi standard Tier IV – e a sviluppare edge cloud e soluzioni a bassa latenza, indispensabili per la manifattura intelligente e le smart cities. Nel piano rientrano la realizzazione di un nuovo data center “AI ready” e il potenziamento di altri due siti. Sono inoltre previsti 105 milioni di euro per lo sviluppo dell’edge cloud, tecnologia che abilita servizi digitali a bassa latenza e alta resilienza.

«Stiamo costruendo un’infrastruttura solida, sicura e tutta italiana, capace di sostenere la trasformazione tecnologica in atto», ha spiegato Schiavo, definendo Tim Enterprise «la vera fabbrica tecnologica del Paese» e sottolineando come la strategia sia concepita per garantire «autonomia, resilienza e competitività all’Italia nel contesto europeo e globale». La parola chiave è sovranità: controllo delle chiavi crittografiche, gestione diretta delle infrastrutture, capacità di proporre un cloud che non dipenda da centri decisionali extraeuropei. Il Polo Strategico Nazionale – sviluppato insieme a Leonardo, Cdp e Sogei – rappresenta il banco di prova più ambizioso di questo modello. Un’iniziativa che, nelle intenzioni, dovrà garantire alle pubbliche amministrazioni un cloud sovrano, capace di coniugare sicurezza e indipendenza tecnologica.

Fonte: Il Sole 24 Ore