
Tlc, operatori al lavoro per il via al blocco alle chiamate con numeri falsi
C’è grande attivismo fra gli operatori di Tlc in questo periodo che precede la prima tagliola operativa anti spoofing (la falsificazione del numero del chiamante, spesso utilizzata per truffe o telemarketing aggressivo). In pratica contro le chiamate moleste. Si parte il 19 agosto con il blocco delle chiamate con numeri fissi italiani falsificati.
Negli ultimi anni, il fenomeno si è ampliato in parallelo alla crescita del telemarketing aggressivo, spesso spinto da filiere opache e modalità di acquisizione dei clienti borderline. La conseguenza è che oggi il canale telefonico è diventato, per molte persone, sinonimo di fastidio, se non di potenziale rischio.
A fronte di un quadro in rapido deterioramento, Agcom ha approvato lo scorso 30 aprile la delibera n. 106/25/CONS, che riscrive le regole in materia di utilizzo delle numerazioni e introduce un importante filtro tecnico contro lo spoofing. Da qui le due tagliole del 19 agosto e del 19 novembre, quando la misura sarà estesa anche ai numeri mobili. Il filtro, sviluppato nell’ambito di un tavolo tecnico con gli operatori di rete, ha l’obiettivo di impedire che numerazioni italiane vengano utilizzate in modo fraudolento per instaurare un rapporto di fiducia con il destinatario e favorirne così l’inganno. Una misura tecnica, ma con rilevanti implicazioni sulla tutela del consumatore.
Fastweb+Vodafone ha posto il traguardo «entro fine luglio» per l’implementazione sulla propria rete del blocco delle chiamate provenienti dall’estero che presentano come numero chiamante (CLI) un numero geografico fisso italiano». Wind Tre, afferma Antongiulio Lombardi, Regulatory Affairs Director di Wind Tre, «ha già implementato tali soluzioni a partire dal 7 luglio scorso ed il blocco è pienamente operativo, in anticipo rispetto alla data indicata dall’Autorità». Anche lato Tim si fa presente che «Il Gruppo ha sin da subito messo in campo risorse e competenze per implementare le misure di blocco delle chiamate provenienti dall’estero, in linea con le ultime indicazioni dell’Agcom».
Il fenomeno dello spoofing «rappresenta un aspetto tecnico di un problema più ampio, legato a una filiera commerciale che genera e monetizza contatti attraverso modalità ingannevoli», è la valutazione di Iliad che ha recentemente presentato un esposto alla Procura di Milano dopo un episodio in cui un finto operatore, utilizzando un numero italiano camuffato, ha tentato di convincere un utente a cambiare offerta telefonica. Denuncia che punta così anche a sollevare anche una questione di responsabilità nella filiera: «L’utilizzo di contatti ottenuti in modo irregolare – aggiungono da Iliad – può compromettere la concorrenza, danneggiare i consumatori e alterare la trasparenza del mercato».
Fonte: Il Sole 24 Ore