Tra risparmio e overworking cosa aiuta la ripresa del reddito reale

Tra risparmio e overworking cosa aiuta la ripresa del reddito reale

Una ventata di ottimismo portata non solo dalle previsioni di crescita del Pil, con l’Italia non più l’ultima d’Europa anche se in un contesto continentale certo non brillante, con un +0,9% di previsione Pil Ue a fine 2024 a fronte di una previsione pari a +0,7% del Pil per il Belpaese. Un altro segnale positivo è la ripresa del potere d’acquisto ritornato ai livelli pre pandemia. Da un lato è in calo il numero degli italiani che vivono in situazioni di disagio importanti, condizione dichiarata nel 2022 da ben 20 milioni di persone contro gli attuali 12 milioni, dall’altro è il risultato del maggiore impegno lavorativo. Questa ripresina del tenore di vita è ottenuta con l’overworking, ovvero un sovraccarico di lavoro che nel 2023 ha permesso agli italiani di ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di cinque anni fa con un surplus di ore lavorate pari a un miliardo e mezzo di ore in più. Sono alcuni elementi che emergono dall’edizione 2024 del «Rapporto Coop -Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani» redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, CSO Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi, Campo Ricerca-Scomodo, che fotografa un paese preoccupato dallo scenario internazionale a causa di due guerre combattute a circa 3 ore di volo da Roma, in ansia per l’emergenza ambientale e affaticato dalla quotidianità e per questo sempre più inquieto, fattore che vede una crescita di 8 punti sul 2022. In più perde quota, -4 punti in un biennio, la quota di chi guarda con fiducia al futuro mentre sale di 11 punti percentuali la quota di chi sente crescere il timore. Tanto più che il 55% degli italiani è alle prese con una vita ben diversa da quella attesa, spesso peggiore (44% del campione). Un sentiment con cui gli italiani si proiettano in avanti che cozza appunto con i dati dell’oggi.

Inevitabilmente i consumi, la spesa alimentare vengono scanditi da una parola, risparmio, che guida tutti gli acquisti, le scelte di ben tre quarti di italiani. Quello che conta è l’essenziale, il che vuol dire l’inevitabile rinuncia dell’edonismo come modello di vita. Uno strisciante de-consumismo che viaggia di pari passo con la ricerca del benessere personale fino a fare della cura del proprio corpo un vero e proprio culto. Rigorosa l’attenzione per la salute che arriva a coinvolgere l’Ai e a tratti senza badare a spese considerando una variazione di vendite di prodotti cosmetici negli ultimi cinque anni è a doppia cifra (+29%), fino a sfiorare comportamenti disfunzionali con 8,6 milioni gli italiani che assumono o sono interessati a ricorrere a farmaci per il diabete per dimagrire.

Nonostante la crescente offerta di prodotti ultra processati gli italiani siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei. Coloro che pensano di rafforzare questa propensione sopravanzano di 36 punti percentuali chi la diminuisce; una differenza più alta di quella europea che si ferma a 31 punti percentuali. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari: complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%; a fronte di una media Ue ferma a +1%. Grazie anche all’inflazione, che si azzera dopo anni difficili e i volumi del largo consumo che tornano dopo 4 anni in positivo con un +0,9% nel primo semestre 2024 rispetto al 2023, il cibo rimane anche nelle previsioni l’unico comparto in cui tagliare la spesa, è una opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani; il 21% del campione dichiara che aumenterà la sua spesa contro il 10% che intende diminuirla. Nei comportamenti di acquisto nella Gdo, i trend più robusti restano la marca del distributore (Mdd) e il discount. Coop sta consolidando il proprio percorso con la crescita della propria Mdd che nel solo Grocery ha aumentato di ulteriori 2 punti la propria quota verso il 2023 raggiungendo il 32%. Ciò ci consente di mettere a terra una politica di offerta in grado di affrontare la debolezza della domanda e il quadro competitivo.

«Versante consumi è indubitabile come la leva del risparmio si consolidi come primaria, e la tutela del potere d’acquisto soprattutto delle famiglie più in difficoltà è la rilevante ragion d’essere delle cooperative di consumatori – commenta Maura Latini, presidente Coop Italia -. D’altronde, registro con favore il fatto che persiste da parte dei consumatori italiani una attenzione a aspetti non secondari nell’offerta di un cibo che sia anche di qualità, rispettoso dell’ambiente, di chi lo consuma ma anche di chi lo produce. Concetti ancora più esplicitati da parte delle giovani generazioni, che si mostrano vera avanguardia e trainer delle famiglie per modalità di consumo e di alimentazione. Guardo poi con rinnovata fiducia a una prospettiva economica che potrebbe presentarsi in miglioramento, permettendo a Coop di attivare le leve in nostro possesso per venire maggiormente incontro alle necessità dei soci e consumatori».

Fonte: Il Sole 24 Ore