
Tra vigneti e negozi vintage sotto le cascate del Niagara
Questa è la trentesima “presa” che facciamo stasera». Shane Harper sorride, ansimando per la corsa appena terminata. Minuto, sottile, scattante, una benda nera gli copre l’occhio sinistro, ma più che quella di un pirata ha l’aria di un folletto. È canadese e fa un lavoro davvero particolare: si definisce “Chef de farm”, mescolando inglese e francese, del resto vive in Canada, un Paese bilingue. Shane è il deus ex machina di una grande fattoria, al servizio esclusivo del ristorante Pearl Morissette, nella regione di Niagara. E le “prese” a cui fa riferimento sono le corse tra orti e frutteti, che lui e i suoi assistenti eseguono su richiesta dei due cuochi al timone di questa cucina devota alla stagionalità. Altro che chilometro zero, qui è tutto a pochi metri e in tempo reale.
A un’ora da Toronto
Siamo a Jordan Station, minuscolo villaggio dell’Ontario meridionale, a un’ora di macchina da Toronto. Merita una sosta, prima di raggiungere l’orgia di fast food affacciati sulle cascate che danno il nome alla regione. Sulla strada che porta al confine con l’America si incontra questa tenuta di circa 17 ettari nata per produrre vino e oggi popolare soprattutto per il ristorante: una stella Michelin, una stella verde per l’attenzione all’ambiente e l’impronta sostenibile, una arrampicata nella lista dei migliori cento ristoranti in Canada, arrivando quest’anno ad agguantarne il podio. Ai fornelli due cuochi, Daniel Hadida e Eric Robertson, uniti da importanti esperienze all’estero, con una forte impronta francese, e dalla scommessa di trasferire nei piatti un approccio olistico di pratiche e processi rigenerativi, dove cibo e vino riflettono l’ecosistema locale. Alta cucina con l’orgoglio di presentare i migliori ingredienti della Niagara Valley. Non a caso l’esperienza gastronomica è sempre preceduta da una visita ai terreni, in cui piante perenni e frutteti si mescolano a erbe aromatiche, piante selvatiche e fiori, che Shane e Deirdre Fraser, grazie a svariate tecniche di conservazione, rendono disponibili alla cucina anche nei lunghi mesi invernali. La luminosa sala da pranzo è in cima alla Pearl Morissette Estate Winery, un monolite nero con vista panoramica sulla tenuta grazie alle finestre a tutta altezza. Se si ha la fortuna di dormire nella storica villa adiacente (una casa, non un hotel) la mattina è d’obbligo la colazione al villaggio, nella panetteria/caffetteria RPM Bakehouse, sempre curata dai due chef. Viennoiserie impeccabili e una parata di caffè per intenditori.
Natura e villaggi vittoriani
Da qui si può partire per una serie quasi infinita di escursioni, la regione è un reticolo di boschi e canyon. Il Niagara Glen ti immerge nelle foreste caroliniane, con vista ipnotica sul vortice del fiume. Il Bruce Trail, percorribile anche solo per brevi tratte, corre a Nord per 900 chilometri fino a Tobermory, capitale mondiale delle immersioni in acqua dolce per la quantità di relitti nascosti nei suoi fondali di acque cristalline. Ma Niagara non è solo per sportivi. Lungo il tragitto verso le Horseshoe Falls ci si inoltra in un microcosmo di villaggi vittoriani, mostre antiquarie, festival letterari e maestose cantine dedicate alla produzione di Ice wine, il vino prodotto da uve ghiacciate.
Niagara-on-the-Lake è un piccolo gioiello ottocentesco incastonato tra il fiume Niagara e il lago Ontario. Lungo la via principale, ingentilita da fioriere multicolori, è un susseguirsi di insegne d’epoca: Lakeshore Antiques trabocca di mobili, lampade, porcellane inglesi di manifattura rara, stampe e libri antichi; poco distante, Olde Tyme Candy Shoppe è una macchina del tempo, con i suoi barattoli di vetro e le caramelle fatte a mano come nei primi del Novecento. Kurtz Orchard propone addobbi natalizi tutto l’anno, mentre la Niagara Apothecary ha mantenuto gli storici arredi del 1820 e continua a vendere presidi medici ai visitatori attratti dall’esposizione di anfore e albarelli in maiolica decorati a mano, mortai e pestelli, bilance di precisione, alambicchi e persino antiche prescrizioni. Atmosfere country chic da Angels Gate Antiques, che fuori dal centro, in un ex fienile immerso tra le vigne, offre una selezione curata di vetri della Grande Depressione dai colori vivaci, libri rari e oggetti déco.
Grape and Wine Festival
Da qui ci si può immettere sulla Niagara Wine Route, che collega più di 80 cantine, perlopiù a conduzione familiare. Peller Estates propone degustazioni dei tipici Ice wine serviti in una sala a -10°, in cui si entra protetti da mantelle termiche.I viaggiatori gourmet in cerca di autenticità e provvisti di stomaci temprati possono gustare un perfetto Scotch Egg (uovo sodo avvolto in salsiccia, impanato e fritto) al banco della fornitissima macelleria con cucina King Street Pantry a St. Catherine’s. La cittadina è il fulcro della cultura alternativa nella regione, con le gallerie d’arte e i concerti improvvisati del centro storico, i bar di tendenza e la moltitudine di micro-birrifici che affollano il porto. A settembre va in scena il Grape and Wine Festival, grande festa di parate e degustazioni che culmina nell’elezione del “Grape King”. Abbastanza kitsch, ma decisamente divertente.È il momento di affrontare le Falls, mantella sulle spalle e tanti selfie. E per finire, una visita alla Niagara Parks Power Station, l’antica centrale idroelettrica riconvertita in museo immersivo. La sera lo spettacolo Currents, un viaggio tra luci e proiezioni, restituisce tutta la potenza dell’energia sprigionata dalle monumentali cascate. Senza nemmeno uno spruzzo.
Fonte: Il Sole 24 Ore