Tre mostre alla Pinacoteca Agnelli
Tre mostre e un intreccio di arte moderna e contemporanea con tematiche di attualità e rilevanza storica: la Pinacoteca Agnelli di Torino fino al 6 aprile del 2026 ha una programmazione che attraversa sette decenni di riflessioni artistiche secondo una continua interrogazione sul tempo, sull’identità e sulla memoria. La retrospettiva su Alice Neel, il progetto di Piotr Uklański Faux Amis e l’installazione site-specific di Paul Pfeiffer Vitruvian Figure (Juventus) si propongono non solo di interrogare il passato, ma di trasformare la storia in un campo di tensione tra il visibile e l’invisibile, tra il conosciuto e l’ignoto.
I Am the Century
La mostra su Alice Neel, I Am the Century (la prima ad essere ospitata nel nostro Paese) non si limita a tracciare il percorso biografico e artistico di una delle pittrici più significative del Novecento, ma costruisce un affresco complesso e stratificato di un’epoca.“Se mai scriverò un’autobiografia – disse l’artista – la chiamerò Il secolo sono io”. Nata nel 1900 a Merion Square, in Pennsylvania, la sua vita si intreccia con le grandi trasformazioni storiche, politiche e sociali del ventesimo secolo: dalla Grande Depressione alla Seconda Guerra Mondiale, dal femminismo alle lotte per i diritti civili, fino alla crisi dell’AIDS. Neel, che seppe resistere alla deriva astratta del suo tempo, rimase sempre fedele alla pittura figurativa, esplorando la complessità dell’animo umano con uno stile che non conosceva gerarchie o pregiudizi. I suoi ritratti sono testimonianze di un’umanità intera, che non distingue tra i protagonisti dell’arte, gli intellettuali, gli emarginati, i bambini e gli immigrati. Questo approccio “democratico”, come lo definisce la curatrice Sarah Cosulich, si svela nella sua capacità di restituire le verità intime dei suoi soggetti, mettendo in luce la vulnerabilità e la forza uman.
La mostra torinese, strutturata in sei capitoli che intrecciano la biografia dell’artista con la storia del Novecento, propone un’occasione unica per riflettere su come l’arte possa restituire, senza mitizzazioni né semplificazioni, il flusso ininterrotto della vita.
Faux Amis
Accanto a questa retrospettiva, Piotr Uklański presenta Faux Amis, presenta un progetto che si inserisce in un dialogo serrato con la Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli. Il titolo dell’esposizione rimanda a un concetto linguistico – i “falsi amici” – che Uklański applica non solo alle parole, ma anche alle opere d’arte, creando accostamenti visivi che all’inizio possono sembrare superficiali, ma che rivelano una profondità e una complessità sorprendente. Il risultato è una messa in discussione del significato degli oggetti e delle immagini attraverso giustapposizioni inusuali.
Vitruvian Figure (Juventus)
Infine la mostra Vitruvian Figure (Juventus) di Paul Pfeiffer, che si inserisce nel contesto della Pista 500, un luogo emblematico della produzione industriale torinese, oggi riadattato come spazio espositivo all’aperto. Qui la pratica dell’artista, che unisce video, suono, scultura e performance, indaga l’ambiguità tra l’individuo e la collettività, esplorando come gli eventi di massa, come gli sport o i concerti, possano amplificare l’identità di un individuo fino a farla svanire nella massa stessa. Con Vitruvian Figure (Juventus), Pfeiffer sposta il focus dal corpo dell’atleta all’esperienza collettiva degli spettatori, analizzando la tensione tra la celebrazione del singolo e la fusione con la moltitudine di voci, di uno stadio, immaginato ma profondamente realistico. Una maniera, anche questa, per porsi interrogativi cruciali sulla nostra epoca e sulla nostra visione della storia e della memoria.
Fonte: Il Sole 24 Ore