Trump accoglie Bin Salman: focus su F35, nucleare civile e AI
Ci sono anche 80 ville extra lusso alle Maldive che legano d’ora in poi la Trump Organization alla saudita Dar Global. Il progetto di sviluppo alberghiero tra i due partner è annunciato in queste ore e conferma, come se ce ne fosse bisogno, gli intrecci tra i sauditi e alcuni fondi e aziende legate alla famiglia Trump. Intrecci che tornano a essere pubblici con la visita del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman alla Casa Bianca in programma il 18 novembre.
Incurante delle critiche che gli vengono rivolte dalla base Maga, il presidente Trump continua ad attuare la sua agenda di politica estera e nella sua agenda c’è l’Arabia Saudita, il primo produttore di petrolio al mondo. Durante la sua visita nel Regno a maggio, il presidente americano ha ottenuto la promessa di investimenti sauditi da 600 miliardi di dollari, ora tenta di capitalizzare quella promessa mentre il principe ereditario bin Salman si aspetta un maggiore impegno americano nella difesa e una più stretta collaborazione sull’intelligenza artificiale: ottenere l’approvazione per l’acquisizione di chip di ultima generazione sarebbe fondamentale per i piani di Riad di diventare una capitale dell’intelligenza artificiale globale e di competere con gli Emirati Arabi Uniti, che a giugno hanno firmato un accordo multimiliardario con gli Stati Uniti per un data center che ha dato loro accesso a chip di fascia alta. MBS, l’acronimo con cui è conosciuto bin Salman, vuole anche raggiungere un accordo con Washington per lo sviluppo di un programma nucleare civile saudita, parte del suo sforzo di diversificazione dal petrolio.
Intanto è di queste ore la notizia che il Public Investment Fund (Pif), fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita, ha ulteriormente ridotto la propria partecipazione in molte delle sue posizioni in azioni statunitensi. Lo riferisce il Financial Times, sottolineando che il valore del portafoglio del Pif in titoli americani è sceso a 19,4 miliardi di dollari, il 18% in meno rispetto al periodo precedente. La mossa segue una serie di uscite nel secondo trimestre ed è interpretata come un passo verso una minore presenza nei titoli azionari statunitensi.
Al centro dell’incontro tra Trump e bin Salman anche l’acquisto di F35, che sembra ormai cosa fatta. Secondo Bloomberg Donald Trump si appresta a concedere all’Arabia Saudita la possibilità di acquistare una cinquantina di caccia F-35 e l’accordo sembra ormai indipendente dalla questione israeliana, scrive il quotidiano Haaretz. Perché si era sempre detto che l’acquisto di questi aerei da combattimento sarebbe stato possibile solo se l’Arabia Saudita avesse fatto parte degli accordi di Abramo che prevedono la normalizzazione dei rapporti con lo Stato di Israele. Normalizzazione che sembra lontana perché Riad continua a insistere sulla nascita di uno Stato palestinese (cosa che il governo israeliano rifiuta) e a non volere rapporti con lo Stato ebraico finché al potere ci saranno Benjamin Netanyahu e l’ultra destra.
Il viaggio dell’autocrate e riformista Mohammad bin Salman è il primo negli Stati Uniti dal 2018, è anche il primo da quando è stato ucciso barbaramente il giornalista dissidente Jamal Khashoggi, omicidio che, è stato scritto, ha avuto l’approvazione del Principe ereditario saudita. Ma Trump non ha mai menzionato il rispetto dei diritti umani quale precondizione per rafforzare i rapporti con la più potente monarchia del Golfo.
Fonte: Il Sole 24 Ore