Trump impone sanzioni su Rosneft e Lukoil per fermare Putin

Trump impone sanzioni su Rosneft e Lukoil per fermare Putin

Un colpo diretto al petrolio della Russia per costringere Vladimir Putin a trattare la pace in Ucraina. Nella sua ondivaga strategia sulla guerra in Europa, Donald Trump ha deciso di imporre nuove sanzioni contro Rosneft e Lukoil, le due principali compagnie petrolifere russe, accusando il Cremlino di «non fare abbastanza per mettere fine al conflitto».

La tensione tra Washington e Mosca è sempre più forte: il vertice tra Trump e l’ex amico Putin che doveva portare a una svolta nella guerra è stato annullato. E nelle stesse ore in cui venivano annunciate le nuove sanzioni, le forze armate russe stavano mostrando i muscoli con una imponente esercitazione militare, nella quale sono stati provati anche i lanci di missili intercontinentali, capaci di trasportare testate nucleari.

«I colloqui con Putin non portano a nulla»

«Ogni volta che parlo con Vladimir, ho delle belle conversazioni e poi non vanno da nessuna parte, semplicemente non vanno da nessuna parte. I colloqui sono sempre positivi ma non portano a nulla», ha ribadito il presidente americano incontrando, nello Studio Ovale della Casa Bianca, il segretario generale della Nato Mark Rutte. «Ho cancellato l’incontro con Putin, lo faremo in futuro, quando la guerra sarà risolta», ha detto ancora Trump, confermando lo scontro in atto e l’inutilità, in questa fase, del vertice che avrebbe dovuto tenersi in Ungheria.

La mossa ha segnato una brusca inversione di tendenza per la Casa Bianca, che ha oscillato, in questi mesi, tra le pressioni e anche le minacce nei confronti di Mosca e un approccio più conciliante con Putin per arrivare alla pace in Ucraina. Agendo in modo altrettanto imprevedibile nei confronti dell’Ucraina di Volodymyr Zelensky: prima sgridato in mondovisione dalla Casa Banca, poi trattato da grande leader, poi illuso con la promessa dei missili Tomahawk a lunga gittata, poi di nuovo respinto e attaccato, seppure non in diretta, nell’ultimo vertice a Washington.

Fonte: Il Sole 24 Ore