Trump in missione in Medio Oriente: la pace e il sogno di realizzare la Riviera di Gaza

Trump in missione in Medio Oriente: la pace e il sogno di realizzare la Riviera di Gaza

Due gli obiettivi, tanto chiari quanto ambiziosi. Il primo, pragmatico: consolidare l’accordo per Gaza appena accettato da Hamas e Israele, coinvolgendo i Paesi arabi che hanno fatto da mediatori e gli alleati occidentali. Il secondo, di prospettiva: programmare la ricostruzione della Striscia e creare le basi per nuovi, più solidi equilibri per il Medio Oriente, dialogando con tutti, anche con l’Iran.

Donald Trump partirà per il Medio Oriente, nella sera di domenica 19 ottobre, in una missione da protagonista assoluto della scena mondiale: il Nobel per la Pace è sfumato, almeno per quest’anno, ma lo show è assicurato, come sempre quando il tycoon si muove davanti a una telecamera o invade i social con i suoi post. Sullo sfondo rimangono le immagini della Riviera di Gaza ricostruita, nei sogni di Trump, come fosse Miami.

Ma in Israele e in Egitto, assieme allo spettacolo, il presidente americano metterà sul tavolo tutta la forza degli Stati Uniti e il prestigio guadagnato nel mettere fine alla guerra nella Striscia. Dalla Casa Bianca si è detto fiducioso sulla tenuta del cessate il fuoco, sulla liberazione degli ostaggi israeliani e in generale sull’attuazione dei venti punti del piano che ormai tutti chiamano Piano Trump. «Ci crediamo, siamo vicini a qualcosa di storico, sono tutti stanchi tutti stanchi dei combattimenti, in molti si stanno impegnando perché sia un successo», ha affermato, riconoscendo tuttavia che «ci sono ancora passi da fare, difficili, e restano dettagli che andranno definiti».

Su invito caloroso del premier Banjamin Netanyahu, Trump lunedì 20 ottobre interverrà alla Knesset: non accadeva a un presidente americano dal 2008 quando toccò a George W. Bush parlare al Parlamento israeliano. Se i tempi saranno rispettati e Hamas manterrà la parola data, potrebbe anche fare in tempo ad abbracciare gli ostaggi israeliani liberati e le loro famiglie. Il leader americano si sposterà poi in Egitto. Al Cairo parteciperà alla cerimonia formale per la firma dell’accordo, con gli altri mediatori di Qatar e Turchia.

Fonte: Il Sole 24 Ore