Trump torna in pubblico e ironizza sui timori di malattia: «Sono in gran forma»

Trump torna in pubblico e ironizza sui timori di malattia: «Sono in gran forma»

Dopo giorni di silenzio che avevano alimentato speculazioni e timori sul suo stato di salute, Donald Trump è tornato a parlare pubblicamente. Il presidente statunitense ha scelto un’intervista radiofonica per riaffacciarsi sulla scena politica, cogliendo l’occasione per smentire con forza le voci circolate nelle ultime settimane: «Sono in gran forma», ha detto, ridimensionando i sospetti legati a due giorni di assenza dalle apparizioni pubbliche.

I dubbi nati dal silenzio

Le preoccupazioni erano nate da un’agenda improvvisamente svuotata, insolita per un presidente abituato a occupare quotidianamente la ribalta mediatica. In particolare, la cancellazione di un paio di eventi ufficiali a fine agosto aveva scatenato indiscrezioni su possibili problemi di salute, subito amplificate dai social network e dai media americani. Alcuni osservatori avevano parlato di “episodi di affaticamento” e di un entourage sempre più protettivo, pronto a ridurre al minimo gli impegni diretti.

Trump ha risposto con sarcasmo: «Se mi prendo due giorni di pausa, subito pensano che sia un disastro. A Biden lasciano settimane senza vederlo e nessuno dice nulla». Una battuta con cui ha voluto sottolineare il diverso trattamento mediatico riservato a lui e all’ex presidente democratico, ribadendo di sentirsi in ottima salute e di non avere nulla da nascondere.

La salute come terreno politico

Il tema della salute non è nuovo nella carriera politica di Trump. Già durante le campagne elettorali precedenti era stato oggetto di scrutinio medico e politico, con rapporti dei suoi medici personali spesso messi in discussione per tono eccessivamente celebrativo. Ora, a 79 anni e con un nuovo mandato presidenziale in corso, la sua condizione fisica è percepita dagli analisti come un elemento cruciale per la stabilità politica e per la percezione internazionale della leadership americana.

Fonte: Il Sole 24 Ore