
Truppe in Ucraina, giovedì il vertice dei volenterosi a Parigi: ecco cosa dirà l’Italia
Ogni iniziativa che possa riguardare l’Ucraina potrà essere messa in campo solo e solo quando le armi avranno cessato di uccidere e distruggere, e comunque no all’impiego di militari italiani sul territorio ucraino. La soluzione potrebbe essere quella di ragionare su una soluzione di garanzia per Kiev, sulla falsariga del sistema dettato dall’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, norma cardine del sistema Nato, sulla base del quale un attacco armato contro uno Stato membro va considerato quale attacco diretto contro tutte le parti, e ognuna sono chiamate ad assistere la parte o le parti attaccate, facendo ricorso, se necessario, all’impiego della forza armata.
Mentre l’attesa è tutta per giovedì 4 settembre, quando ci sarà l’ennesima riunione della “Coalizione dei Volenterosi”, nei giorni della vigilia il governo italiano ribadisce quelli che sono i paletti per qualsiasi, ipotetica soluzione. Il presidente francese Macron copresiederà il summit a Parigi con il premier britannico Starmer, alla presenza del presidente dell’Ucraina Zelensky. Gli altri leader, compresa la premier italiana Giorgia Meloni, saranno collegati da remoto.
Prima di ogni cosa il cessate il fuoco
Ogni scenario è dunque subordinato al cessate il fuoco. Ma il vero presupposto, quello sul quale ancora oggi è in atto un braccio di ferro tra le cancellerie europee, è che l’Italia resta contraria a ogni ipotesi di “boots on the ground” (letteralmente: “Stivali sul terreno”), ovvero di impiego di militari italiani direttamente sul suolo ucraino.
L’accelerazione sull’invio di truppe delineata da von der Leyen e Kallas
Da Palazzo Chigi si cerca di frenare quella che può sembrare un’accelerazione sui piani per l’invio di truppe di Paesi europei volenterosi, a cui hanno fatto riferimento, per la prima volta in maniera decisamente chiara, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas. L’Italia non è disponibile a questa soluzione, e in quest’ottica si fa ancora più delicata la preparazione della nuova riunione della coalizione a trazione franco-inglese.
Meloni ha partecipato alla maggior parte degli incontri
La premier, che per seguire gli sviluppi del processo di pace ha annullato una missione prevista in questi giorni nell’Indo-Pacifico, prenderà parte al vertice di giovedì mattina. E a sentire i suoi è una scelta del tutto naturale, visto che l’Italia fa parte della coalizione e Meloni, a parte la riunione di metà maggio a Tirana, ha partecipato, in presenza o da remoto agli appuntamenti con gli alleati, da ultimo la call del 17 agosto, seguita dal vertice alla Casa Bianca con Donald Trump.
Fonte: Il Sole 24 Ore