
Truppe, sminatori, missili: i dettagli della linea Meloni sull’Ucraina al tavolo dei Volenterosi
Missili a lungo raggio e basi Nato? L’Italia non è della partita
Anche sulla promessa di forniture di missili a lungo raggio all’Ucraina da parte dei Volenterosi, evidenziata ieri da Starmer come parte integrante dell’intesa raggiunta a Parigi, il Governo prende le distanze. Le stesse fonti diplomatiche escludono che l’Italia possa essere coinvolta. Vale anche per la messa a disposizione di basi nell’ambito della Nato: non rientra tra le disponibilità offerte finora dal nostro Paese.
La precondizione del coinvolgimento di Trump
Molto chiara, invece, la precondizione dettata dall’Italia per partecipare all’alleanza: la partecipazione degli Usa di Donald Trump. Per questo, nella nota diramata da Palazzo Chigi alla fine del vertice, si sottolinea che le garanzie di sicurezza vanno definite «in uno spirito di condivisione tra le due sponde dell’Atlantico». Non a caso, prima del nuovo round dei Volenterosi, a Parigi si è tenuta una riunione ristretta tra l’inviato Usa Steve Witkoff, il consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio, e gli omologhi di Francia, Germania e Regno Unito. Un nuovo vertice a livello di diplomazie dovrebbe tenersi la prossima settimana.
No di Meloni a Mosca come sede dei negoziati di pace
In ogni caso, nella telefonata dei Volenterosi con Trump, Meloni è stata chiara sulla contrarietà italiana all’ipotesi di Mosca come sede dei negoziati per la pace (si veda Il Sole 24 Ore in edicola). Il giudizio sulle mosse di Vladimir Putin resta immutato: non sembra avere alcuna intenzione di cessare il conflitto.
Bene nuove sanzioni alla Russia, in arrivo aiuti a Kiev
Nasce anche da qui la condivisione piena dell’esigenza di «mantenere la pressione collettiva» sulla Russia anche attraverso lo strumento delle sanzioni, alle quali l’Italia si era già detta favorevole tramite Tajani. Nel frattempo, il Governo lavora al dodicesimo pacchetto di aiuti a Kiev. Questo sì, affermano fonti governativo, un sostegno concreto e immediato che vive nel piano della realtà. Come a dire: il resto degli annunci dei Volenterosi assomiglia più a una fanfara comunicativa che non a un programma pronto ad attivarsi a stretto giro.
La gamba “politica” di un meccanismo ex articolo Nato
Definito comunque il piano militare, per l’Italia manca la cornice politica. Per questo la premier ha insitito nel promuovere la proposta italiana di un meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all’articolo 5 del Trattato Nato che potrebbe essere attivato anche prima del cessate il fuoco. Anche se nessuno dei partner vi ha accennato, il Governo confida che nelle prossime settimane si comincerà a provare a disegnarlo.
Fonte: Il Sole 24 Ore